I dati Unioncamere e Istat riportano che le persone che svolgevano un green job nel 2014 erano 2,94 milioni e nel 2022 sono salite a 3,14 milioni con un aumento del 7 %.
In molti settori produttivi sono sempre più necessarie competenze tecniche e trasversali che comprendano anche la sostenibilità e l’ecologia. Anche il settore dell’istruzione è largamente coinvolto nel rispondere agli stravolgimenti della transizione ecologica. All’insegna dell’interdisciplinarità il numero di corsi di laurea green aumenta di anno in anno nelle università italiane. Alcuni di questi sono stati creati ex novo, altri sono corsi già esistenti, ma adattati alle nuove esigenze. L’obiettivo è quello di creare nuove figure professionali che sappiano favorire la transizione verde e gestire la disruption che coinvolge molti settori.
Oggi a circa l’84% dei laureati sono richieste competenze green. Secondo alcuni dati di Anpal nel settore delle costruzioni sono oltre 250mila i contratti che hanno richiesto competenze verdi nel 2020. Infatti, questo tipo di lavoro “green” non ha subito gli effetti negativi della pandemia.
Il ministero dell’Istruzione ha individuato già circa 160 percorsi di studio green in Italia. Tra questi, il nuovo corso magistrale Ambassador in green technologies, promosso dal Politecnico di Milano; il corso di laurea magistrale in Management per la sostenibilità dell’Università Politecnica delle Marche; quello in Biologia per la sostenibilità dell’Università degli studi di Napoli, in Low Carbon Technologies and Sustainable Chemistry dell’Università degli studi di Bologna e quello in Sviluppo sostenibile e cambiamenti climatici dell’Università degli Studi di Pisa. Interessante è poi il nuovo corso di laurea magistrale avviato a settembre in Traformative Sustainability, un progetto congiunto tra l’Università Bocconi di Milano e il Politecnico di Milano.
L’offerta di green job è sempre maggiore ed è per questo che il numero di corsi di laurea e master è destinato ad aumentare. Quasi tutti i settori produttivi ed economici infatti stanno vivendo la trasformazione verde, a volte volontaria, a volte imposta da normative statali o europee. Ad esempio nel settore automotive dal 2035 non potranno essere vendute auto con motore a benzina o diesel.
Le aziende, soprattutto quelle del settore industriale e del terzo settore, sentono la necessità di figure professionali che possiedono il linguaggio della sostenibilità e che sanno applicarlo a molti contesti diversi.