Cresce l’utilizzo di internet, cresce l’uso degli smartphone e cresce la presenza nelle diverse piattaforme social presenti online. È questo il dipinto inserito all’interno della cornice offerta dal 18esimo Rapporto Censis sulla comunicazione nel nostro Paese.
Nel mondo mediatico anche la modalità di fruizione della televisione sta cambiando in modo radicale. Guardare la Tv rimane tra gli usi e le abitudini più diffuse: è un’attività comune al 95% degli italiani. Però cambia il modo con cui ci si rapporta alla proposta: il 52,8% utilizza la tv via internet e il 34% la mobile tv. Infatti, la televisione via smartphone è passata dall’1% di spettatori nel 2007 al 34% di oggi, pari a più di un terzo degli utenti.
Tra il 2021 e il 2022 si registra ancora un forte aumento dell’impiego di internet da parte degli italiani (l’88,0% di utenza, con una differenza positiva di 4,5 punti percentuali), con una perfetta sovrapposizione con quanti utilizzano gli smartphone (l’88%: +4,7%). Lievitano complessivamente all’82,4% gli utenti dei social network (+5,8% in un anno).
I dati, figli di sondaggi, mostrano anche un calo nell’utilizzo di mezzi di informazione come televisione (intesa come digitale terrestre) e quotidiani cartacei (che da anni proseguono nel loro trend al ribasso).
Infatti, per i media a stampa, si accentua ulteriormente la crisi ormai storica, a cominciare dai quotidiani cartacei venduti in edicola, che nel 2007 erano letti dal 67% degli italiani, ridottisi al 25,4% nel 2022 (con una differenza pari a -3,7% in un anno e a -41,6% in quindici anni).
Gli utenti dei quotidiani online invece aumentano al 33% degli italiani (+4,7% in un anno), un numero comunque inferiore a quanti utilizzano i siti web d’informazione generici (il 58,1%: +4,3%).
Ma nonostante questo, radio, televisione e carta stampata sono i media che ancora detengono il monopolio dell’affidabilità e della fiducia dell’opinione pubblica, staccando di gran lunga web e social network in termini di credibilità.
Tuttavia, prima con la pandemia poi con la guerra scoppiata alle porte dell’Europa, si è posto il problema di decidere che cosa i media mainstream possono dire e che cosa no. Il 60,1% degli italiani ritiene legittimo il ricorso a una qualche forma di censura. In particolare, per il 29,4% non dovrebbero essere diffuse le fake news accertate, per il 15,7% le opinioni intenzionalmente manipolatorie e propagandistiche e per il 15,0% i pareri espressi da persone che non hanno le competenze per parlare. Al contrario, per il 39,9% non è mai giustificata alcuna forma di censura.