L’ITC statunitense ha elaborato un rapporto che si occupa di analizzare le modalità con le quali i governi attuano pratiche censorie sui contenuti. L’analisi si concentra sui mercati chiave in 6 Paesi strategici, ossia Cina, Russia, Turchia, Vietnam, India e Indonesia; paesi, questi, che ricoprono un ruolo importanti all’interno del mercato e che hanno fatto uso di pratiche censorie a livello governativo.
La censura da parte di governi stranieri, o da parte di attori privati per volere di governi stranieri, dell’attività online, così come delle modalità più tradizionali di espressione artistica e comunicazione, come film, TV, libri, giornali e musica, sta avvenendo con crescente frequenza e intensità nei mercati di tutto il mondo.
Poiché i servizi digitali hanno continuato a crescere di importanza nell’economia globale, diversi paesi hanno introdotto nuove politiche e pratiche che regolano la comunicazione online e il flusso di informazioni su Internet, comprese le restrizioni sui contenuti che possono essere pubblicati su piattaforme online e siti Web aziendali. Le conseguenze delle politiche e delle pratiche legate alla censura possono essere significative per le aziende statunitensi, in particolare i produttori di contenuti con sede negli Stati Uniti e le società di servizi digitali, in quanto possono limitare il commercio, impedire l’accesso al mercato, aumentare i costi operativi e i rischi reputazionali o scoraggiare gli investimenti diretti esteri.
Secondo le analisi condotte dai ricercatori, sia attori governativi che non governativi assumono un ruolo attivo nelle politiche e nelle pratiche relative alla censura all’interno dei mercati chiave. I governi, infatti, richiedono spesso la cooperazione da parte di soggetti non governativi, ed in particolare di società che operano nel web, alla luce della crescente rilevanza di Internet per la diffusione delle opinioni e della parola. Grazie alla cooperazione con le aziende private, i governi censurano contenuti molto differenti, tra i quali rientrano opinioni politiche, sociali e relative alla sicurezza nazionale, nonché informazioni sugli strumenti Internet che possono essere utilizzati per aggirare le politiche di censura applicate (come le VPN).
Cina, India, Indonesia e Vietnam hanno effettuato un filtraggio pervasivo soprattutto dei contenuti politici (opposizione nei confronti del governo, notizie di critica o rapporti sui diritti umani, commenti di stampo religioso).
Cina, Russia e Turchia hanno effettuato un filtraggio pervasivo dei contenuti relativi ai conflitti e alla sicurezza nazionale (informazioni su conflitti con altri paesi, dispute di confine, violenza interna e movimenti separatisti).
Cina e Indonesia hanno effettuato un filtraggio pervasivo degli strumenti Internet per evitare il filtraggio e la sorveglianza del governo, comprese le informazioni relative alla crittografia.
Indonesia e Russia hanno effettuato filtraggio pervasivo dei contenuti social, anche in settori come la pornografia, il gioco d’azzardo, l’alcol, le droghe e le questioni relative ai gruppi LGBT+.
Le censure avvengono principalmente mediante due categorie di misure:
- quelle che prendono direttamente di mira il contenuto ritenuto lesivo. Online, le politiche di censura diretta mirano a impedire l’accesso a Internet, a interi siti web, o prevedono delle limitazioni di accesso ai siti;
- quelle che possono consentire o facilitare la censura governativa. Fra queste rientrano, ad esempio, le regole di intermediazione di Internet, la localizzazione dei dati o i requisiti di presenza locale e le restrizioni agli investimenti esteri e all’accesso al mercato.
Al fine di identificare i contenuti lesivi online, spesso sono adottate, da parte dei governi esaminati, persino tecnologie di intelligenza artificiale.
La censura avviene spesso al di fuori dei confini territoriali: in alcuni casi, come rilevato all’interno del report, una legge o una politica può affermare espressamente che il suo divieto sulla pubblicazione di determinati contenuti si applichi al di fuori della sua giurisdizione territoriale; in altri casi, la pressione governativa o la coercizione economica vengono utilizzate per forzare il rispetto delle regole di censura di un Paese al di fuori dei suoi confini, anche quando non vi è alcun elemento sul quale poter fondare una rivendicazione di tal genere.