La Commissione Europea non ammette il fatto che Meta leghi il suo servizio di microannunci online (Facebook Marketplace) al suo social network (Facebook) perché teme che ciò imponga “condizioni commerciali sleali ai competitor”.
Negli ultimi due anni, gli organi di Antitrust europei stanno tenendo particolarmente d’occhio l’utilizzo “ingiusto e inappropriato” di dati degli inserzionisti che i social network fanno per competere con loro nel settore degli annunci economici online. Secondo il parere preliminare dell’UE, Meta avrebbe abusato della sua posizione dominante nel mercato degli annunci pubblicitari online, distorcendo la concorrenza.
Se queste pratiche verranno verificate e confermate, Meta rischierebbe sanzioni fino al 10% del suo fatturato globale per aver violato l’articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) che vieta l’abuso di posizione dominante.
La piattaforma Marketplace è stata lanciata dall’azienda di Zuckerberg nel 2016 con l’obiettivo di consentire agli utenti di Facebook di acquistare e vendere qualsiasi cosa (vestiti, libri, smartphone, fino ad articoli teoricamente vietati, come armi da fuoco). Ma le sue pratiche commerciali continuano a destare sospetto alle maggiori autorità antitrust europee.
Già l’11 marzo 2022 l’Antitrust UE aveva aperto l’indagine “Jedi Blue” sul presunto accordo segreto e anti concorrenziale tra Google e Meta per i servizi di Display Advertising Online. Dopo aver valutato prove e documenti, la Commissione Europea, presieduta da Ursula von der Leyen, ha deciso di archiviare il lavoro di investigazione e chiudere la pratica.
Parallelamente, un anno e mezzo fa anche l’Autorità per la concorrenza e i mercati (Cma) del Regno Unito aveva avviato delle indagini separate, ma collaborative con la Commissione Europea, per verificare se Meta stesse abusando della sua posizione dominante, sfruttando i dati di Facebook per ottenere un vantaggio sui concorrenti.
Ad agosto la Cma ha confermato di voler procedere nell’azione contro Meta e il 19 dicembre 2022 la Commissione ha accusato formalmente Meta di abuso di posizione dominante sul mercato europeo.