I canali social sono oggi uno strumento di comunicazione vero e proprio e danno spazio a ogni tipo di messaggio. La potenza dei messaggi non premia solo i content creator che hanno centinaia di migliaia di follower, infatti la rete “social” ha convinto tanti professionisti – prima semplici fruitori – a diventare content creator e, spesso, a vedersi trasformati in veri e propri influencer del settore di riferimento.
Se gestiti in modo efficace, i social network permettono anche a piccole realtà di intercettare direttamente un ampio numero di utenti profilati, proprio quegli stessi utenti che sono di fatto potenziali clienti.
Il Report è stato condotto da Eumetra, Istituto di ricerca sociale e di marketing, su un significativo campione di 2000 persone tra i 15 e 65 anni, equilibrato tra uomini e donne, suddivisi per fasce d’età secondo le metriche proprie del mondo dei social media: Baby boomers (1945-64), Generation X (1965 – 1984), Millennials (1984 – 1994), Generazione Z (1995 – 2010) provenienti da tutta Italia.
Dai dati è emerso che spesso i social network utilizzati cambiano a seconda dell’età: se la Gen Z ama Youtube, Instagram e TikTok, i Millennials passano più tempo su Instagram, Telegram e Facebook. In particolare quest’ultimo rimane in assoluto il medium preferito dalla Gen X e dai Millennials in particolare.
Sorprende invece che la maggior parte degli utenti Gen Z, i cosiddetti nativi digitali, siano utenti passivi, limitandosi a guardare i contenuti senza produrne di propri. La percentuale di chi produce contenuti in questa fascia d’età, infatti, non supera il 30% in media considerando tutti i social.
Per la maggior parte degli intervistati (64%) gli influencer non dovrebbero proporre contenuti poco autentici, ma più del 40% dichiara di capire facilmente che la vita sui social non è quella che gli influencer vivono nella quotidianità e anche se alcuni messaggi sono un po’ costruiti vengono comunque accettati con consapevolezza.
I più sensibili alla sovraesposizione di messaggi costruiti (advertising) sono i boomers che dichiarano di considerarli poco credibili (43%) e proseguono velocemente senza guardare (20%) contro ad esempio il 12% o il 14% di Millenials e GenX.
C.L.
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