Anche sui social, così come nella vita reale, è necessario rispettare i principi del Codice di Deontologia medica. Queste le indicazioni della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo) che, di fronte all’aumento della presenza sui social dei medici e, di conseguenza, dei contenuti trasmessi attraverso questi mezzi di comunicazione, ha diffuso una serie di raccomandazioni sull’utilizzo dei social media nella professione medica.
Il numero di medici che utilizzano i social media è in forte crescita. L’uso non appropriato di questi strumenti espone i professionisti del settore sanitario al rischio di compromettere il tradizionale rapporto medico-paziente e, nei casi più gravi, a quello di possibili azioni legali per non avere osservato, consapevolmente o inconsapevolmente, la privacy dei pazienti o per avere messo in discussione la reputazione o la professionalità di colleghi.
Ad oggi, in Italia, la comunicazione tra medici con scambio di informazioni scientifiche impiegando i social media avviene in assenza di una regolamentazione specifica o, quanto meno, di raccomandazioni che possano indicare quali atti un medico può fare, quali può pensare di fare con particolari accorgimenti e quali è importante non faccia mai, considerando che, già da tempo, le informazioni trasmesse con tale modalità possono essere utilizzate in giudizio quale mezzo di prova.
Per questo la Fnomceo suggerisce ai medici che usano i social media di aprire due account distinti, da usare rispettivamente per fini personali e professionali, avendo bene definito chi può accedere ai corrispondenti profili e usando cautela nell’accettare le richieste di amicizia dei pazienti. L’accesso del paziente ai contenuti personali del medico può, infatti, comprometterne il tradizionale rapporto di fiducia e il rispetto del ruolo scientifico-professionale, pregiudicando la relazione medico-paziente e contribuendo a favorire comportamenti che oltrepassano gli usuali ed appropriati rapporti professionali.
Inoltre, la Federazione sconsiglia di rispondere ai pazienti su specifiche questioni sanitarie personali o suggerire cure in termini generali. Dal momento che i social non garantiscono la confidenzialità della conversazione, è necessario adottare adeguatamente gli strumenti messi a disposizione dalle varie piattaforme social per proteggerne i contenuti. I medici, inoltre, devono assicurarsi della validità scientifica dei contenuti diffusi attraverso i post e prestare particolare attenzione alla prevenzione e alla lotta alle fake news.
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