Da poco è stata fondata a Milano la rete associativa ReDiPsi – Reti di Psicologi per i Diritti Umani. Il nostro portale ha intervistato la Dott.ssa Gabriella Scaduto, Psicologa Psicoterapeuta e Presidente ReDiPsi.
Perché Milano, perché ReDiPsi?
Milano è la città italiana che presenta il più fertile dibattito culturale e sociale in ambito di diritti umani e, al contempo, presenta la più avanzata e vivace comunità professionale psicologica d’Italia. Perfetta per ospitare ReDiPsi – Reti di Psicologi per i Diritti Umani. La rete associativa ReDiPsi nasce per valorizzare, sul territorio italiano, la proficua intersezione che esiste, e va sempre più consolidandosi, fra la professione psicologica e l’universo dei diritti umani. ReDiPsi si colloca quale punto di riferimento scientifico, sociale e culturale nazionale per quanto riguarda: i contributi scientifici psicologici in tema di diritti umani; gli standard minimi di competenze della professione psicologica declinata in un’ottica di diritti umani; gli scambi, le condivisioni e le collaborazioni della sotto comunità professionale degli psicologi per i diritti umani; l’impegno sociale e civile della professione psicologica per il benessere comune e per la tutela dei diritti dell’umanità tutta; lo studio e la ricerca dell’intersezione fra l’etica psicologica e il dibattito inerente i diritti; i progetti e le declinazioni professionali all’interno delle azioni nazionali e internazionali di promozione e tutela dei diritti.
Quali sono gli obiettivi della vostra rete associativa?
A livello italiano vogliamo rappresentare un riferimento unico e fondamentale per tutti i professionisti, per tutte le realtà che si dedicano alla tutela e alla promozione dei diritti, ma soprattutto, per ogni persona, ogni cittadino ogni uomo e ogni donna che dall’impegno e dai frutti di tale rete vorrà ottenere per sé e per gli altri dignità, rispetto, felicità e benessere.
Partendo dall’assunto che vede gli psicologi operare sempre per un fine ultimo di miglioramento delle condizioni di vita di singoli, gruppi e comunità e agire, per definizione, nella tutela e promozione di alcuni diritti umani fondamentali. Ricordando che la psicologia è una scienza da sempre vocata alla tutela globale del benessere e della dignità umana. ReDiPsi – Reti di Psicologi per i Diritti Umani nasce con una duplice declinazione in termini di mission: la valorizzazione, da un lato, della conoscenza e dell’operare rispetto a tutto ciò che riguarda i diritti umani dentro la professione di psicologo sì da accrescerne la portata in termini di contributo umano e sociale e, dall’altro, la conoscenza, diffusione e promozione dei contributi cruciali che la professione stessa di psicologo può dare per il benessere, per il progresso e per l’armonia dell’umanità tutta.
L’incontro fra questi due mondi rappresenta un apice nello sviluppo di entrambi i dibattiti scientifico culturali. Per la professione ciò vale a livello collettivo ma, anche e soprattutto, a livello individuale; per i diritti ReDiPsi rappresenta invece uno spazio di frontiera culturale, scientifico e professionale; è una rete di esperienze e di competenze nuove, che vuole lanciare nei diritti la psicologia e gli psicologi con tutto il loro bagaglio di esperienze. ReDiPsi è una strada verso un nuovo modo di intendere la professione psicologica e il suo ruolo così come, al contempo, è uno strumento che vuole offrire alla società e al progresso il meglio di una scienza e una professione nate per creare attorno a sé, pace e felicità.
Che cosa ha spinto lei e i suoi soci a fondare ReDiPsi?
La mia storia personale mi ha visto vivere, anno dopo anno, in un intreccio sempre più stretto fra psicologia e diritti umani. Dopo aver studiato psicologia, mi sono occupata per molti anni della tutela e della promozione dei diritti umani in Sud America, lavorando per Unicef – Bolivia, collaborando con l’Unità di attenzione a vittime e testimoni di violenza sessuale, violenza di genere e Tratta e Traffico di esseri umani. Al mio ritorno in Italia ho completato gli studi con una specializzazione in psicoterapia, focalizzandomi sulla clinica e la cura dei traumi individuali e familiari. Pochi anni fa si è accesa la scintilla che ha fatto nascere la prima embrionale idea che porterà a ReDiPsi. Nel 2015, ho trovato nell’impegno sociale e per i diritti dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia un profondo legame e una profonda sintonia con quanto andavo via via maturando alla luce della convergenza fra le mie due principali esperienze umane e professionali. Le esperienze vissute e l’incontro con professionisti con una visione condivisa hanno gettato le basi per trasformare qualcosa di personale e individuale in un atto pubblico e di interesse collettivo.
ReDiPsi è una realtà che nasce dall’aver vissuto due mondi e averne sentito la vicinanza, sulla mia pelle e su quella di tutte le persone che ho incontrato e aiutato. Avendo scoperto che il mio non era un sentire isolato ma che accomuna l’esperienza di altri meravigliosi colleghi abbiamo deciso di unire sogni ed esperienze e di rendere questa scoperta fruibile e potenzialmente utile per tutti. Così, nell’estate del 2020, è nata ReDiPsi – Reti di Psicologi per i Diritti Umani.