L’AI si sta evolvendo e diffondendo a livello globale sempre più velocemente grazie al machine learning, un metodo che permette ai sistemi di apprendere automaticamente. Tra ChatGPT e assistenti vocali l’intelligenza artificiale è già inserita nelle nostre vite quotidiane come strumento di supporto e semplificazione delle nostre mansioni e attività.
Quello medico è uno dei settori di sperimentazione dell’AI, impiegata soprattutto per le diagnosi ma non solo, se ne sta indagando anche la funzione di supporto ai medici per suggerire il modo migliore di gestire o trattare farmacologicamente i pazienti.
Un ambito su cui si sta particolarmente concentrando la ricerca è quello dei disturbi dello spettro autistico, sia per quanto riguarda la diagnosi – gli studi arrivano da Brasile e Stati Uniti – che per quanto riguarda l’ausilio a familiari e caregiver di persone neurodivergenti.
I ricercatori dell’Università di San Paolo hanno utilizzato una risonanza magnetica per addestrare algoritmi di machine learning in grado di diagnosticare i disturbi dello spettro autistico. Il docente di Data Science e Sistemi Complessi Francisco A. Rodrigues ha dichiarato: “Abbiamo confrontato le mappe di persone con e senza disturbi dello spettro autistico, scoprendo che la diagnosi era possibile utilizzando una nostra metodologia: raccogliere dati di risonanza magnetica funzionale ed elettroencefalogramma”.
Un’altra ricerca presentata da Mohamed Khudri, dell’Università di Louisville in Kentucky, prospetta la diagnosi precoce della sindrome attraverso l’utilizzo dell’AI per analizzare le immagini di risonanze magnetiche cerebrali speciali. Lo studio è stato condotto sulle scansioni cerebrali di 226 bambini di 24-48 mesi, di cui 126 con autismo e il resto con sviluppo normale, provenienti dall’Autism Brain Imaging Data Exchange II, con un tasso di accuratezza del 98,5%. Per la ricerca è stata utilizzata una risonanza magnetica con tensore di diffusione, una tecnica che prevede l’uso dello strumento per ottenere immagini anche tridimensionali basandosi sull’analisi del movimento delle molecole d’acqua presenti nei tessuti cerebrali, in modo da vedere l’interconnessione tra differenti aree del cervello. Secondo Khudri l’intervento terapeutico precoce, prima dei tre anni, può dare la possibilità agli individui affetti da autismo di raggiungere una maggiore indipendenza e un quoziente intellettivo più elevato.
M.T.