Ogni anno la Regione Emilia-Romagna eroga servizi legati al mondo del lavoro a circa 200mila utenti, 6 e 9 mila dei quali sono portatori di disabilità, e nel solo 2020 sono stati supportate 23mila persone in attuazione delle norme sul Reddito di Cittadinanza. Dopo l’approvazione da parte della Giunta, guidata dal presidente della regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, e un ampio confronto con le parti sociali, in Commissione assembleare è stato approvato il Piano di attività 2021 che definisce gli ambiti di attività dell’Agenzia regionale per il lavoro.
Istituita dalla Regione nel 2015 per assicurare il maggior grado di efficienza nella gestione delle funzioni amministrative di elevata complessità in materia di servizi per il lavoro, la struttura è oggi suddivisa in 38 Centri per l’Impiego e 9 uffici per il Collocamento mirato, rivolto ai lavoratori fragili e disabili. Rispetto all’utenza, i Centri per l’impiego (Cpl) sono in grado di assicurare modalità diverse di attività, in funzione delle caratteristiche degli individui. Sono tra 15 e 20 mila le persone che negli ultimi tre anni sono state destinatarie di un’attività volta a rilevarne le condizioni di fragilità e attuare le misure integrate necessarie. Avvalendosi della collaborazione di 85 soggetti accreditati al lavoro, presenti con 500 sedi in tutto il territorio regionale, l’Agenzia conta oggi circa 600 dipendenti in arrivo e 938 unità con una presenza di personale laureato che rappresenta più del 60% del totale degli addetti.
A cinque anni dalla nascita di tale Agenzia, viale Aldo Moro potenzia e rafforza la struttura per supportare i cittadini nella ricerca di una occupazione e accrescere il livello di preparazione professionale, in un mercato del lavoro che risente degli effetti negativi provocati dalla pandemia.
Grazie allo sviluppo e qualificazione della propria struttura, viene così ampliato il perimetro di intervento dell’Agenzia, assumendo a riferimento il territorio e la comunità sociale ed economica e mantenendo ferma l’erogazione dei servizi istituzionali previsti, anche migliorandone la qualità e la diffusione. Tra gli ambiti di attività contenuti nel Piano 2021 emerge l’impegno ad affrontare le situazioni di crisi del mercato del lavoro e ad assicurare il rispetto delle norme in ogni campo lavorativo con un’azione congiunta delle istituzioni e dei soggetti competenti. Inoltre, occorre menzionare lo sforzo per supportare maggiormente la transizione scuola-lavoro e l’inclusione socio-lavorativa e la volontà di spingere l’acceleratore per la ripartenza, attraverso la rimozione degli ostacoli alla realizzazione di un’occupazione di qualità e con un divario di genere ridotto.
La situazione in Emilia-Romagna, a fine 2020, evidenziava infatti un tasso di occupazione femminile pari al 62,1%, contro un 74,7% di occupazione maschile e un divario di 12,6 punti percentuali, e un tasso di disoccupazione femminile pari al 7,1% (quello maschile era pari al 5,2). Osservando le condizioni di genere, scoraggiante è il tasso di inattività delle donne che mediamente, nel periodo che va dal 2015 al 2020, ha registrato valori che oscillano tra il 33,3% e il 34,3%, risultando dunque inattivo un terzo della componente femminile del mercato del lavoro.
L’assessore allo Sviluppo economico, Lavoro e Formazione professionale della Regione Emilia-Romagna, Vincenzo Colla, si è così espresso al riguardo: “Quella che si profila è una Agenzia di comunità, che individua e attiva reti territoriali con cui collabora per trasformare le attuali situazioni di crisi in azioni per la ripartenza. La prospettiva è quella di un’uscita dalla situazione attuale non ponendo solo rimedi agli effetti della pandemia, ma trasformando questa crisi senza precedenti in occasione per ripensare il lavoro, promuovendone la qualità. È in questo quadro che si colloca il Piano 2021 che vedrà l’Agenzia svolgere, a fianco della propria importante funzione di strumento utile a favorire l’occupazione delle singole persone, il ruolo di soggetto che promuove l’occupazione di qualità, anche per le donne, attraverso la transizione digitale ed economica prevista dal Next Generation EU”.