In Francia, i giornalisti che osano occuparsi di islam radicale e di come questo fenomeno rappresenti una seria minaccia per la democrazia e la libertà d’espressione, vengono minacciati e costretti a vivere sotto scorta. Oltre ai giornalisti che si occupano di islamismo, ricevono la protezione della Polizia molti fumettisti (scuola Charlie Hebdo), saggisti e autori di libri investigativi sul fenomeno jihadista.
Tra i giornalisti, troviamo Mohamed Sifaoui, giornalista franco-algerino, specialista in terrorismo e islamismo radicale, che vive sotto il Servizio di Protezione della Polizia dall’aprile del 2003.
Philippe Val, l’ex direttore di Charlie Hebdo, è protetto dal 2006 e vive in un appartamento con una safe room dotata di linea e un walkie-talkie in caso di attacco.
Zineb El Rhazoui, ex giornalista di Charlie Hebdo, vive confinata dal 2015 ed è la donna più protetta di Francia, ha più guardie del corpo della maggior parte dei ministri.
Recentemente Ophélie Meunier, giornalista e conduttrice televisiva, ha ricevuto delle minacce di morte dopo la messa in onda di un’inchiesta, su M6, incentrata sull’islamismo a Roubaix. La conduttrice di “Forbidden Zone” è stata così posta sotto protezione della Polizia.
Eric Chol, facente parte dell’Unione Nazionale dei Giornalisti, dichiara che nulla giustifica le minacce o le violenze, l’’informazione e la libertà di stampa devono rimanere una priorità se si vuole preservare la democrazia; è necessario condannare inequivocabilmente le minacce che sono un modo per mettere a tacere i giornalisti e un attacco al dibattito democratico.