L’antitrust francese ha inflitto una sanzione di 500 milioni di euro a Google per non aver rispettato diverse ingiunzioni emesse nei suoi confronti, relative alla remunerazione dei diritti d’autore degli editori e della agenzie stampa. Ora la compagnia californiana dovrà avanzare una proposta di compensazione per l’attuale utilizzo dei contenuti protetti, se non vuole incorrere in ulteriori sanzioni, fino a 900.000 euro per ogni giorno di ritardo.
La contesa è incominciata nell’aprile dello scorso anno, in quanto il colosso americano si rifiutava di pagare le notizie di terzi riportate dalle sue piattaforme, sostenendo che gli editori potessero già beneficiare dei milioni di lettori veicolati verso i loro siti. A seguito dei reclami di alcune agenzie come Associated French Press, l’antitrust francese ha imposto al gigante digitale di avviare, entro tre mesi, negoziati “in buona fede” con le agenzie stampa e gli editori, per stabilire una giusta retribuzione dei contenuti diffusi. Tuttavia, secondo l’autorità, Google avrebbe violato questa ingiunzione, negando agli editori e alle agenzia un confronto aperto e trasparente.
A tal proposito, la Presidente dell’Antitrust francese, Isabelle de Silva, ha affermato: “Quando l’autorità per la concorrenza impone degli obblighi alle aziende” “queste sono tenute ad applicarli nella maniera più scrupolosa possibile, rispettandoli alla lettera e nel loro spirito. Purtroppo, in questo caso non è andata così. Al termine di un’indagine approfondita, l’Autorità ha rilevato che Google non aveva ottemperato a diverse ingiunzioni emesse nell’aprile 2020. Innanzitutto, le trattative di Google con editori e agenzie di stampa non possono considerarsi condotte in buona fede, in quanto Google imponeva che le discussioni si svolgessero necessariamente nell’ambito di una nuova partnership, denominata Publisher Curated News, che comprendeva un nuovo servizio denominato Showcase. Così facendo la compagnia americana si è rifiutata, come è stato più volte chiesto, di avere una discussione specifica sul compenso dovuto per gli usi correnti dei contenuti protetti da diritti connessi”.
Inoltre tali violazioni sono state aggravate dalla mancata trasmissione di informazioni che avrebbero consentito una negoziazione equa e dalla violazione degli obblighi volti a garantire la neutralità della negoziazione rispetto alla visualizzazione di contenuti protetti e alle relazioni economiche esistenti da altrove tra Google ed editori e agenzie di stampa.
D’altra parte, Google ha replicato alla decisione dell’Antitrust per mezzo di un portavoce: “Siamo molto delusi da questa decisione: abbiamo agito in buona fede durante l’intero processo. La multa ignora i nostri sforzi per raggiungere un accordo e ignora la realtà di come funzionano le notizie sulle nostre piattaforme. Ad oggi, Google è l’unica azienda ad aver annunciato accordi sui diritti connessi. Stiamo anche per finalizzare un’intesa con l’AFP (Agence France-Presse) che include un accordo di licenza globale, nonché la remunerazione dei diritti connessi per le loro pubblicazioni di carattere giornalistico.”
Si tratta soltanto di una delle numerose sanzioni inflitte a Google e ad altri giganti del digitale, per la loro posizione monopolistica sul mercato. L’agenzia californiana è stata multata dall’antitrust francese anche il mese scorso, proprio per l’abuso della sua “posizione dominante” nel settore della pubblicità online.