La controversia risale al 24 luglio 2021, quando la cliente ha ricevuto un’email dal centro commerciale che annunciava l’attivazione di una nuova fidelity card, non richiesta, con il suo nome modificato in modo offensivo come “Donzella Svampita”.
La donna aveva avuto una discussione con un’addetta dello store poco prima dell’episodio. Dopo aver contattato il servizio clienti, le è stato confermato che la sua vecchia Rinascente card era stata annullata e sostituita proprio quel giorno con quella nuova, contenente l’appellativo dispregiativo.
Il Nucleo speciale privacy e frodi tecnologiche del Garante per la protezione dei dati personali ha avviato un’ispezione nei confronti della Rinascente. Durante l’ispezione, sono state rilevate altre problematiche riguardanti la fidelity card chiamata friends card. In particolare, ai clienti che acconsentivano al trattamento dei dati personali per finalità di marketing non era stata fornita adeguata informazione nell’informativa relativa alla card.
Questo significa che la società non ha comunicato in modo trasparente e corretto come i dati personali dei clienti sarebbero stati utilizzati per scopi di marketing, generando criticità dal punto di vista della protezione dei dati e del rispetto della privacy.
Il Garante per la protezione dei dati personali ha stabilito un’ammenda di 300mila euro nei confronti della Rinascente, prendendo in considerazione diversi fattori. L’importo è stato determinato considerando il vasto numero di persone coinvolte nelle violazioni, con più di 2 milioni di individui risultati iscritti tramite i negozi online. Inoltre, sono stati presi in considerazione la durata delle violazioni e la capacità economica della società.
Tuttavia, sono state considerate anche alcune circostanze attenuanti, come l’assenza di precedenti procedimenti contro l’azienda, l’adozione tempestiva di misure correttive e la grave crisi socio-economica in corso. Queste circostanze hanno influenzato la decisione del Garante nell’assegnare l’ammenda.
S.B.