Il Ministero dei Trasporti ha annunciato l’avvio del progetto con la finalità di diminuire i tempi di attesa per le prove di esame di teoria della patente così da migliorare la capacità di erogazione dei singoli uffici e soddisfare la domanda dell’utenza.
La decisione è stata presa a seguito di una relazione presentata dal direttore generale della Motorizzazione civile che ha evidenziato le criticità riscontrate dall’utenza. Gli utenti si lamentano dei tempi prolungati necessari per ottenere i servizi richiesti, tra cui la prenotazione dell’esame teorico della patente, che in alcune province possono arrivare a superare i tre mesi.
La causa di queste problematiche risiede nella riduzione del personale della Motorizzazione civile negli ultimi vent’anni, che ha portato alla perdita di competenze ed alla diminuzione degli organici, dimezzati durante tale periodo. Apparentemente il sistema è stato introdotto anche per prevenire gli scambi di persona durante gli esami teorici.
Gli esami teorici per la patente di guida in Italia sono suddivisi in due fasi, che includono un sistema di autenticazione attraverso il riconoscimento facciale. Il sistema Varco, controllato da un tablet, acquisisce le immagini dei volti dei candidati e le codifica in un template biometrico per il confronto con le fotografie presentate all’iscrizione. L’immagine del volto viene cancellata irreversibilmente dopo la creazione del template, mentre il template stesso viene conservato fino alla fine della sessione in un archivio digitale. Durante la prova teorica, il volto del candidato viene analizzato nuovamente per avviare l’esame.
In un documento tecnico, il Ministero definisce basso il rischio di falsificazione biometrica, di perdita di dati e di furto di identità dei candidati ma in realtà alcuni studi hanno riscontrato un rischio medio di accesso non autorizzato o di trattamento non consentito dei dati.
Per questo motivo la proposta di utilizzare il riconoscimento facciale per l’autenticazione dei candidati ha sollevato preoccupazioni riguardo alla privacy. Il Garante della privacy ha avviato un’istruttoria sulla questione e sta valutando se l’utilizzo di questa tecnologia sia coerente con le normative sulla protezione dei dati personali dettate dal regolamento europeo GDPR e il rispetto del criterio di proporzionalità dello strumento.
Il futuro di questo sistema è incerto. In un caso simile in cui veniva utilizzato il riconoscimento facciale per monitorare la frequenza scolastica degli studenti, il tribunale amministrativo di Marsiglia ha ritenuto violato il criterio di proporzionalità e vietato il sistema.
(S.F.)