L’Europa si conferma “capofila mondiale dei diritti digitali dei cittadini”. Dopo l’entrata in vigore nell’agosto 2023, infatti, il regolamento Digital Service Act (DSA) si prepara a fare un ulteriore passo nel cammino che porterà il web a passare da una prateria sregolata a un luogo più sicuro e attento ai minori.
Il DSA vuole disegnare un nuovo mondo virtuale, dove i soggetti non si delineano come fantasmi ma come attori responsabili, che riconoscono il proprio ruolo all’interno dei confini tracciati dalle regole dell’Unione europea.
Il regolamento affonda quindi le proprie radici nella responsabilizzazione degli intermediari (gate-keeper) che, essendo anche proprietari delle tecnologie che fanno funzionare il web, si rivelano essere gli unici suoi possibili vigilanti.
Da qui nasce l’idea di istituire la nuova figura del “segnalatore attendibile”. Da febbraio 2024 saranno infatti proprio i gate-keeper ad avvisare e poi sospendere dal web chi commette illegalità utilizzando le loro piattaforme.
Importante è anche la nuova procedura prevista dal regolamento, che comunicherà ai big del web quando qualcuno utilizza i loro servizi per nuocere agli utenti della rete.
Il DSA prevede un percorso accelerato per le segnalazioni che arrivano dai soggetti qualificati come “segnalatori attendibili”, enti che si auto-accreditano e hanno “capacità e competenze particolari ai fini dell’individuazione, dell’identificazione e della notifica di contenuti illegali; sono indipendenti da qualsiasi fornitore di piattaforme online; svolgono le proprie attività al fine di presentare le segnalazioni in modo diligente, accurato e obiettivo”.
Le piattaforme, inoltre, dovranno pubblicare report periodici riguardo a come sono intervenute a fronte delle segnalazioni ricevute e risponderanno all’authority del Paese Ue in cui si sono stabilite.
I punti chiave della nuova era digitale europea sono:
- protezione dei minori – obbligo di misure per l’adeguata tutela,
- pubblicità – l’adv deve essere percepito subito,
- informazione – diritto a rintracciare gli autori di illegalità,
- lealtà by design – siti progettati per non ingannare,
- valutazione rischio – per gli “over the top” difese mirate ai minori,
- autorità competente – agli Stati più poteri di vigilanza e sanzioni.
Le piattaforme online devono quindi “garantire un elevato livello di tutela della vita privata, di sicurezza e di protezione dei minori”, ma non sono obbligate a trattare dati personali ulteriori per valutare se il destinatario del servizio sia un minorenne. È inoltre vietato presentare ai destinatari del servizio pubblicità che nascono dalla profilazione e compromettere, in qualsiasi modo, la capacità di prendere decisioni libere ed informate. Gli Stati decidono a quale autorità assegnare la vigilanza dei fornitori di servizi online, autorità che poi avrà il potere di effettuare ispezioni e ordinare la cessazione delle violazioni, imponendo misure proporzionate e sanzioni pecuniarie.
Secondo Ursula Von Der Leyen, presidente della Commissione Ue, “le nuove norme garantiscono anche l’equità, con responsabilità chiare per le grandi imprese tech”.
M.M.