I ritmi di lavoro e la mole di informazioni stanno superando la capacità delle persone di tenere il passo con la produttività. Il debito digitale, cioè l’afflusso di dati, e-mail, riunioni e notifiche che riceviamo ogni giorno, ha superato la capacità dell’uomo di processare e smaltire quegli elementi. In base alla ricerca, ogni dipendente passa il 57% del tempo a comunicare attraverso riunioni, e-mail e chat, mentre solo il 43% a creare, dedicandosi alla produzione di documenti e presentazioni.
I dati della terza edizione del Work Trend Index “Will AI fix work?”, a livello internazionale, mostrano che il 64% degli intervistati ha difficoltà a trovare il tempo e l’energia necessari per svolgere il proprio lavoro e formulare un pensiero creativo e strategico. Il dato è da tenere in forte considerazione perché ci troviamo sempre più in un ambiente in cui la creatività assume un ruolo cruciale e strategico e, in più, circa 2 leader su 3 (60%) dichiarano di essere preoccupati per la mancanza di innovazione o di idee innovative nei loro team.
L’integrazione dell’AI all’interno dei più popolari strumenti di produttività può contribuire a semplificare e rendere più agili le attività nelle aziende. A tal proposito, per quanto riguarda i dati italiani, il 62% degli intervistati afferma di voler delegare più lavoro possibile all’AI per ridurre il proprio carico. Tra le mansioni che gli Italiani demanderebbero volentieri all’AI compaiono le attività amministrative (67%) e quelle di analisi (68%), insieme a qualche compito più creativo (55%). Riguardo ai leader aziendali, in Italia, il 27% sarebbe disposto ad utilizzare gli strumenti di AI per supportare la propria forza lavoro nei compiti necessari ma ripetitivi, aumentando il benessere dei lavoratori.
Per ridurre il debito digitale e riuscire ad essere supportati adeguatamente dai sistemi di intelligenza artificiale è essenziale che i dipendenti imparino a capire come e quando sfruttare l’AI. La capacità di lavorare frequentemente con l’AI sarà una competenza chiave per ogni dipendente e diventa quindi fondamentale che le aziende investano in formazione.
(C.D.G.)