Inoltre, il 59% degli intervistati ritiene che la politica e la legislazione dovrebbero intervenire il più possibile per regolamentare l’uso dell’AI, anche vietandolo se necessario. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, il 51% degli italiani ritiene che l’intelligenza artificiale porterà ad una contrazione del numero di posti di lavoro, mentre solo il 10% pensa che l’occupazione aumenterà.
La maggioranza degli occupati (55%) non è disposta ad accettare istruzioni dall’intelligenza artificiale sul posto di lavoro (mentre il 37% lo è), sebbene la valutazione automatica sia vista positivamente dal 47% degli intervistati.
Questa visione positiva aumenta tra i giovani e i laureati. Gli impiegati (56%), gli operai (51%) e i commessi (43%) sono considerati i lavori più facilemnte sostituibili da parte dell’AI, mentre l’artista (24%), l’imprenditore (26%) e il medico (27%) sono considerati i meno sostituibili.
Solo una minoranza degli occupati (23%) si sente aiutata dai cambiamenti portati dall’AI, mentre una percentuale simile (21%) si sente minacciata. La maggioranza degli intervistati (50%) non si sente né aiutata né minacciata.
(F.S)