Il World Press Freedom Index è l’indice che valuta lo stato di salute del giornalismo in 180 paesi. Al suo interno, oggi l’Italia occupa la 58esima posizione, dopo che la condizione del suo giornalismo è stata in costante miglioramento dal 2016.
Nel 2021, infatti, il nostro Paese occupava la 41esima posizione, come nel 2020, quando aveva guadagnato due posizioni rispetto al 2019. Nel 2022, invece, lo stato di salute del giornalismo è peggiorato ed ha fatto perdere all’Italia ben 17 posizioni. Tale “scivolone” è dovuto a diversi fattori.
Secondo il report, realizzato attraverso interviste (rilasciate dai cronisti in forma anonima), l’autocensura è la principale novità. In Italia, infatti, i giornalisti a volte decidono di autocensurarsi per conformarsi alla linea editoriale della propria testata giornalistica, evitare una denuncia per diffamazione o perché temono di diventare vittime di rappresaglie. A questo si aggiunge «un certo grado di paralisi legislativa» che «sta frenando l’adozione di vari progetti di legge» che vorrebbero porsi a tutela dell’attività giornalistica.
Il World Press Freedom Index sottolinea che «a causa della crisi economica, i media nel loro complesso sono sempre più dipendenti dagli introiti pubblicitari e da eventuali sussidi statali, mentre anche la carta stampata sta affrontando un graduale calo delle vendite. Il risultato è una precarietà crescente che mina pericolosamente il giornalismo».
Anche la Pandemia ha avuto effetti negativi sul giornalismo, poiché la polarizzazione della società italiana in quella particolare situazione ha fatto si che i giornalisti diventassero «oggetto di aggressioni sia verbali che fisiche, durante le proteste contro le misure adottate dalle autorità per combattere la pandemia».
Dal Viminale, invece, arriva l’unico dato positivo: nel primo trimestre del 2022 sono stati registrati 44 atti intimidatori nei confronti di giornalisti, in calo rispetto ai 63 dello stesso periodo del 2021.
A livello globale, secondo l’Index il gruppo dei dieci paesi peggiori include la Cina, il Myanmar, il Turkmenistan, l’Iran, l’Eritrea e la Corea del Nord. Norvegia, Danimarca e Svezia, invece, rappresentano un modello virtuoso per quanto riguarda la libertà di espressione (la tripletta costituisce il podio dell’Index). Norvegia, Danimarca e Svezia, invece, rappresentano un modello virtuoso per quanto riguarda la libertà di espressione – la tripletta costituisce il podio proposto dall’Index.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa e Giornata della memoria dedicata ai giornalisti uccisi da mafie e terrorismo ha dichiarato: «La libertà di stampa, insieme alla libertà di essere informati, è il termometro della salute democratica di un Paese. Ce lo insegnano in questi giorni i drammatici avvenimenti della guerra in Ucraina. È compito della comunità internazionale ai vari livelli rendere effettivi questi diritti. Sono 24 i cronisti uccisi nel 2021 e quasi 500 gli imprigionati, un dato destinato a salire con la guerra di aggressione della Federazione Russa all’Ucraina. Su di essi deve essere l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale. Si tratta di un prezzo altissimo pagato da chi è chiamato a onorare con coerenza la professione: essere testimoni di verità, attraverso le parole, le immagini».