Il 21 novembre scorso, è stata divulgata la proposta del recente Codice Media e Minori, un essenziale strumento di autoregolamentazione nel campo dell’audiovisivo.
Tale proposta è stata formulata con la partecipazione delle emittenti radiotelevisive appartenenti al Comitato Media e Minori, nonché delle associazioni CRTV, che rappresentano le affiliate a livello nazionale e locale, e Aeranti-Corallo, in rappresentanza delle imprese radiotelevisive locali e comunitarie.
Pur mantenendo l’impianto originario e conservando intatti i principi ispiratori del Codice del 2002, il nuovo testo introduce innovazioni che rafforzano l’attenzione riservata verso il pubblico dei minori.
In primo luogo è stata ampliata la platea dei fornitori di servizi media audiovisivi aderenti al Codice e sono inclusi i servizi non lineari offerti dagli editori. Per quanto riguarda i contenuti, gli editori si impegnano ad adottare criteri e livelli condivisi di classificazione di programmi da sottoporre anche a revisione periodica. Ciò consentirà di promuovere una maggiore uniformità di settore.
Gli editori, relativamente alla loro offerta lineare, informano circa la maggiore o minore adeguatezza dei contenuti per i minori, ricorrendo all’utilizzo di sistemi di segnalazione permanente; per quanto riguarda l’offerta non lineare, gli editori si impegnano ad applicare la segnaletica sui contenuti proposti, in particolare relativamente ai programmi potenzialmente nocivi, adottando idonei accorgimenti tecnici
Inoltre, come misura di garanzia, la fascia “protetta” di programmazione 16.00-19.00 per le reti generaliste è rimasta invariata. Gli editori si impegnano anche a promuovere, con attività di comunicazione, il corretto uso di tutti i media, incluse le piattaforme di condivisione video e i social network, con ciò ampliando la sfera di interesse all’intero mondo dei media.
Nelle premesse del Codice si esprime, infine, l’auspicio che anche i fornitori di servizi per la condivisione video senza responsabilità editoriale, insieme agli altri attori dello scenario mediale, mettano in atto forme di autodisciplina a garanzia dei minori.
«Anche se è un piccolo passo occorre andare nella direzione di far tornare la televisione ad essere non solo mezzo di informazione, ma un mezzo strutturato per tutte le età, dall’infanzia all’adolescenza. Infatti soprattutto gli adolescenti vedono sempre meno la tv concentrandosi sul web e sui social. Questi ultimi ancora non hanno una disciplina vera e propria e sono meno controllati e meno sicuri rispetto alla televisione, che anche grazie a questo codice andrà nella direzione di prestare massima attenzione affinché i suoi contenuti siano a prova di minore», ha detto Jacopo Marzetti, Presidente del Comitato media e minori.