Le aziende tecnologiche che hanno firmato il codice di buone pratiche sulla disinformazione europeo, tra cui Google, Meta, Microsoft e TikTok, hanno presentato per la prima volta i dati sul loro approccio nella lotta contro le fake news e le interferenze straniere. Twitter è l’unica tra le big tech a non avere fornito un rapporto completo, tralasciando alcuni dati e informazioni sul suo piano di collaborazione con i fact-checker.
Il nuovo centro per la trasparenza garantirà una maggiore visibilità sulle azioni intraprese dalle aziende tecnologiche per combattere la disinformazione. Attraverso una banca dati accessibile a cittadini, ricercatori e ONG dell’UE, verranno fornite informazioni dettagliate sulle strategie messe in atto e sull’impegno preso nell’ambito del Codice di buone pratiche sulla disinformazione europea.
Nei report da pubblicare le piattaforme devono fornire informazioni complete, come il valore degli introiti pubblicitari che si è evitato arrivasse agli attori della disinformazione, il numero o il valore degli annunci politici accettati o respinti, i casi di comportamenti manipolatori rilevati e informazioni sull’impatto della verifica dei fatti.
L’adesione al codice di buone pratiche sulla disinformazione europea è volontaria, ma le aziende di social media che aderiscono possono alleviare alcuni degli obblighi di conformità al Digital Services Act ed evitare sanzioni fino al 6% dei ricavi se non rispettano gli standard.
Il codice contro la disinformazione rappresenta un passo avanti nella lotta contro questo problema online. Věra Jourová, Vicepresidente per i Valori e la Trasparenza, è soddisfatta dell’impegno dimostrato dalla maggior parte dei firmatari, sia grandi che piccoli. Tuttavia, ritiene che sia necessario fare di più per garantire la trasparenza e l’accesso dei ricercatori ai dati. Jourová si aspetta che le piattaforme assumano maggiormente le loro responsabilità nell’adempiere agli obblighi previsti dal codice.
Thierry Breton, Commissario per il Mercato Interno, ha commentato che le relazioni pubblicate sono un passo importante nella lotta contro la disinformazione. Tuttavia, ha notato che la qualità delle relazioni varia notevolmente a seconda delle risorse stanziate dalle aziende per questo progetto.
(S.F.)
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