Negli ultimi anni gli educatori dell’Università di Waterloo hanno esplorato l’uso dei robot sociali come ulteriore supporto all’apprendimento per aiutare gli studenti con disturbo dello spetto autistico.
Il team guidato da Kerstin Dautenhahn, professoressa di ingegneria elettrica e informatica, ha deciso di condurre una serie di test con un piccolo robot umanoide chiamato QT, la cui capacità di eseguire gesti usando la testa e le mani, accompagnata dal linguaggio e dai lineamenti del viso, lo rende adatto a facilitare l’apprendimento ai ragazzi con difficoltà di apprendimento.
I ricercatori hanno diviso sedici studenti in due gruppi. In un gruppo, gli studenti hanno lavorato individualmente solo con un istruttore, nell’altro faccia a faccia con un istruttore e il robot QT. In quest’ultimo gruppo, l’istruttore ha utilizzato un tablet per dirigere il robot, che ha in seguito svolto autonomamente varie attività utilizzando la sua parola e i suoi gesti. Il robot ha stabilito degli obiettivi e, se per il processo di apprendimento sviava, il robot utilizzava strategie come giochi, indovinelli, esercizi di respirazione per reindirizzare lo studente al compito stabilito.
Gli studenti che hanno lavorato con il robot, ha detto Dautenhahn, “erano generalmente più impegnati e riuscivano a completare i loro compiti ad un ritmo più intenso rispetto agli studenti che non erano assistiti da un robot”.
In questo progetto di ricerca si evidenzia, oltre ai benefici sugli allievi, anche l’apprezzamento dei contributi positivi apportati dal robot in classe da parte degli insegnanti.
(V.M)