Secondo un’indagine promossa da Aidp (Associazione per la Direzione del Personale) su un campione di circa 600 aziende, negli ultimi mesi il 75% delle aziende ha dovuto affrontare un aumento di dimissioni volontarie da parte dei dipendenti. Si tratta di un vero e proprio boom che ha come protagonisti soprattutto i più giovani e le fascia di età compresa tra i 26 e i 35 anni.
I settori che maggiormente rimangono scoperti sono Informatico e Digitale (32%), Produzione (28%) e Marketing e Commerciale (27%).
La ripresa del mercato del lavoro (48%), la ricerca di condizioni economiche più favorevoli in altra azienda (47%) e l’aspirazione ad un maggior equilibrio tra vita privata e lavorativa (41%) sono le tre ragioni principali che sono alla base della crescita esponenziale delle dimissioni seguite, subito dopo, dalla ricerca di maggiori opportunità di carriera (38%). Da segnalare che il 25% ha indicato la ricerca di un nuovo senso di vita e che il 20% ha imputato la ragione delle dimissioni ad un clima di lavoro negativo all’interno dell’azienda. Per i direttori del personale il fenomeno dimostra quanto stia cambiando la percezione che le persone hanno del senso del lavoro e per il 30% di quanto, invece, stia cambiando il mercato del lavoro stesso.
Per il 59% delle aziende l’impatto delle dimissioni è stato superiore di almeno il 15% rispetto agli anni precedenti e per il 32% l’aumento è stato del 30%. Numeri che evidenziano chiaramente una novità improvvisa e inconfutabile. Novità a cui le aziende provano a reagire attrezzandosi per far fronte alla crescita repentina e inattesa di dimissioni soprattutto sostituendo i fuoriusciti con altri dipendenti con contratti a tempo indeterminato e determinato (55%), mentre per altri si tratta di un’occasione di riorganizzazione dei processi produttivi (25%).
Una parte significativa di aziende, invece, ha adottato una pratica attendista per valutare con maggior tempo gli impatti che avrà il fenomeno (15%). Le funzioni aziendali maggiormente coinvolte sono soprattutto informatica e digitale (32%), produzione (28%) e marketing e commerciale (27%). Dal punto di vista dell’anzianità in aziende dei lavoratori coinvolti nel fenomeno la maggior parte riguarda la fascia da 1 a 5 anni, ossia circa il 75% e in misure minore i dipendenti presenti da più anni in azienda.