La città di Torino fa da apripista in merito agli accordi tra genitori separati riguardo la condivisione di foto dei figli sui social network, attraverso una soluzione innovativa sulla gestione dello sharenting, che eviti future problematiche e azzeri motivi di future battaglie legali.
La regolamentazione si articola come segue: “I genitori danno il loro consenso espresso alla pubblicazione su social delle immagini dei figli, a patto che queste non violino gli interessi e i diritti del minore”.
I casi in cui è stata formulata e applicata questa clausola hanno riguardato la separazione di due coppie: quella formata da un agente di polizia e una dottoressa con un figlio di 11 anni e quella relativa ad una coppia in separazione con un figlio di 5 anni la cui madre è un’influencer, che ha spesso usato immagini in compagnia del figlio minore sui suoi canali social.
A prescindere dalla natura della professione della madre però, la pubblicazione delle foto che ritraggono il bambino deve trovare anche il consenso del padre.
Nell’edizione torinese di Repubblica l’avvocata Sara Commodo spiega: “Spesso i figli nascono già con un’identità digitale. I minori si ritrovano inconsapevolmente protagonisti di dossier digitali: un recente studio in tema di Sharenting indica che entro 5 anni possono avere già mille foto postate. Questa clausola disinnesca potenziali occasioni di conflitto, evitando che la pubblicazione delle immagini venga strumentalizzata o diventi fonte di litigi e contenziosi. In questo modo i genitori sono responsabilizzati e sensibilizzati sul tema”.
In merito alla condivisione sui social di foto e video dei propri figli esistono leggi, convenzioni internazionali e raccomandazioni secondo cui sarebbe opportuno in ogni caso oscurare i volti dei minori. Tuttavia i genitori che seguono tali raccomandazioni sono pochi. “Il rischio è quello di furto di identità oppure che le foto finiscano sui siti di pedopornografia”, conclude Commodo.
Con la clausola del consenso inserita preventivamente negli accordi di separazione, si spera non solo di far risparmiare tempo ai genitori che non saranno più conviventi, visto che per ogni scatto pubblicato si dovrebbe avere il consenso esplicito dell’altro, ma soprattutto di disinnescare un motivo futuro di discussioni e liti, anche giudiziali.
C.L.