Alla base della prevenzione deve esserci un clima sociale ed emotivo sereno che promuova l’autostima e scoraggi sul nascere comportamenti nocivi nei confronti del prossimo.
Le famiglie hanno senza dubbio un ruolo importante ma altrettanto importanti sono le scuole e gli insegnanti. È qui che i bambini hanno le loro prime relazioni interpersonali.
Prima che sia troppo tardi bisogna concentrarsi proprio sui più piccoli. Insegnare il rispetto per la diversità, non negare i conflitti che nascono ma affrontarli immediatamente in maniera pacifica. Bisogna poi aiutare a creare rapporti di convivenza che mirino alla conoscenza e al rispetto del prossimo.
Il riconoscimento del bullismo non è sempre facile. La prima speranza è che sia proprio la vittima a trovare la forza e il coraggio di parlarne con persone in grado di aiutarlo.
Per far sì che questo avvenga è indispensabile creare ambienti nei quali ci si senta a proprio agio, protetti e mai giudicati.
Non sempre questo accade. In tal caso i professori e i genitori sono chiamati ad osservare attentamente i minori e a riconoscere gli episodi che potrebbero causare malessere.
Non bisogna sminuire nessun segnare d’allarme e nessuna richiesta d’aiuto, implicita o esplicita che sia.
(G.S.)