La comunicazione nelle Pubbliche Amministrazioni ha un grandissimo valore ossia il diritto al dialogo partecipato tra enti locali e cittadinanza. Ripensare oggi ad una nuova legge 150 rappresenta una necessità per i comunicatori e per le agenzie di comunicazione, che possono, con le loro competenze, rappresentare non solo risorse professionali necessarie per le Pubbliche Amministrazioni (PA), ma anche divenire interlocutori privilegiati e funzionali per l’individuazione delle modifiche e integrazioni normative necessarie. Negli anni sono state sviluppate proposte che potessero prevedere una modifica e un aggiornamento della normativa in modo che fosse più aderente alle necessità comunicative delle Pubbliche Amministrazioni che oggi si trovano ad operare in un contesto assolutamente diverso, non solo per l’avvento del digitale. Nulla è stato fatto e ci troviamo ancora fortemente arretrati in un contesto in cui il resto del mondo avanza adeguando le proprie politiche alle nuove esigenze. È nato quindi un tavolo di studio comune tra FERPI (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana) ed UNA (Aziende delle Comunicazione Unite) per una proposta di modifica della Legge 150 del 2000.
“Il digitale ha portato una vera e propria rivoluzione nel mondo della comunicazione pubblica perché consente di dialogare attraverso piattaforme in cui le persone sono tutte insieme e in ogni momento, in cui è possibile rispondere in tempo reale a tutti. Questo crea un effetto di trasparenza straordinario e superiore a qualsiasi procedura individuale e cartacea e alla vecchia comunicazione unilaterale. Per garantire un rapporto trasparente tra PA e cittadini è però fondamentale la riforma della legge 150 del 2000, la legge quadro sulla comunicazione pubblica”, sottolinea Sergio Talamo, Direttore Comunicazione Istituzionale e Relazioni con le PA del Formez PA.
“La legge 150 del 2000, la prima legge sulla comunicazione pubblica, oggi è ampiamente superata e la dimensione in cui si muove il progresso dell’attività pubblica e il rapporto tra PA e cittadino può essere garantito solo da professionisti che sappiano maneggiare le piattaforme digitali”. Così Sergio Talamo, Direttore Comunicazione Istituzionale e Relazioni con le PA del Formez PA, ci spiega perché è fondamentale portare a compimento la riforma.
Infine, oggi bisogna saper interloquire con le macchine e con i motori di Intelligenza Artificiale. Insomma, competenze sempre nuove, che chiamano in causa anche criteri etici e che testimoniano ulteriormente la necessità di ricorrere a professionisti della comunicazione. In pratica, “se non consideriamo queste nuove funzioni della comunicazione, continuiamo a escludere i protagonisti della vita pubblica che sono gli utenti, i cittadini, i riceventi che attualmente ancora oggi scontano una sorta di estraneità a questo mondo pubblico che invece dovrebbe essere la loro casa”, sottolinea Talamo.
La cosiddetta “legge 151”, la legge che viene dopo la 150, prevede innanzitutto la sostanziale unificazione delle funzioni professionali (comunicatori e giornalisti digitali) abbattendo barriere che oggi non hanno più senso e includendo anche temi che tradizionalmente sembravano esclusi dal perimetro della comunicazione. “In questi anni abbiamo fatto un lavoro importante di analisi e confronto – ricorda Talamo – […] c’è quindi un forte interesse, una forte sensibilità e ora i passaggi successivi non possono che essere normativi – conclude Talamo – mi auguro che ci si renda conto che la comunicazione non è un pezzettino del pubblico impiego, ma è un fatto trasversale che riguarda e interessa tutti”.
C.T.