Il patron di Tesla ieri ha offerto 54,20 dollari per azione, quasi 42 miliardi di dollari totali per ottenere il 100% della società, un’offerta «migliore e definitiva» che ha colto di sorpresa il consiglio di amministrazione, adesso impegnato nel valutare tale proposta.
Nel corso delle ultime due settimane Musk ha rilevato una quota del 9% di Twitter, ma ha anche bocciato l’idea di entrare nel consiglio di amministrazione della società. Ora ha lanciato un ulteriore affondo sulla piattaforma che, a suo parere, è dotata di uno «straordinario potenziale» non espresso che lui vorrebbe «sbloccare». Secondo Musk «la libertà di parola è un imperativo sociale per una democrazia funzionante. Ma con il mio investimento ho realizzato che la società non può né prosperare né servire questo imperativo nella sua forma attuale. Twitter deve essere trasformato in un’azienda privata».
Il consiglio di amministrazione di Twitter vuole decidere «nel miglior interesse di tutti gli stakeholder», attraverso un «processo rigoroso», ma non è chiaro quando questo avverrà. Al momento l’offerta di Musk è «indesiderata» e, secondo il Wall Street Journal, il board starebbe valutando una Poison Pill, una serie di strumenti utili per resistere a tentativi di scalata. In questo frangente la “pillola avvelenata” servirebbe ad impedire a Elon Musk di raggiungere la quota di maggioranza. L’imprenditore, a coloro che hanno chiesto un suo commento al riguardo, ha risposto che Twitter avrebbe una enorme responsabilità nel caso in cui infrangesse i doveri fiduciari agendo contro gli interessi degli azionisti.
L’offerta dell’uomo più ricco del mondo è stata bocciata anche dal principe saudita Talal Alwaleed, tra i maggiori azionisti di Twitter, perché una simile azione non rifletterebbe il «valore intrinseco» della società «date le sue prospettive di crescita».
Fra i punti di domanda che questa situazione ha sollevato ci sono la modalità con cui Musk finanzierebbe l’operazione e il modello di business che verrebbe adottato. Infatti, pur potendo far leva sui titoli di Tesla per ottenere finanziamenti e prestiti dalle banche, Musk deve rispettare i limiti sull’uso delle quote in possesso come collaterale.
Al possibile controllo di Twitter da parte di Musk guardano con attenzione anche i repubblicani, che in tale operazione vedono un’opportunità per consentire a Donald Trump di tornare sulla piattaforma.