La vicenda risale al gennaio 2022, quando in Spagna un automobilista accosta per filmare con il proprio smartphone una persona che, visibilmente non in buone condizioni, forse per aver esagerato con il bere, era aggrappata a un cestino dell’immondizia. 1 minuto e 35 secondi di video, il volto del passante ben riconoscibile.
L’automobilista ha inizialmente condiviso il filmato con alcuni amici tramite WhatsApp, ma poi il contenuto è rimbalzato su altri social (tra cui Facebook, Instagram, Twitter e anche YouTube), dando in pasto alla platea virtuale un momento di evidente vulnerabilità.
A settembre 2022 Facebook ha rimosso il video ed il caso è finito sul tavolo del Garante della privacy spagnolo (Aedp), che con la decisione 28/8/2023 ha riscontrato una violazione dell’articolo 6, n.1, del Gdpr (regolamento Ue sulla privacy n. 2026/679) ed ha irrogato una sanzione di ben 10 mila euro al responsabile della diffusione del video. Questi, infatti, ha condiviso dati personali (in questo caso immagini) senza il consenso dell’interessato, che, per di più, al momento del fatto si trovava in una situazione di difficoltà.
Il Gdpr è applicabile a tutti i post che non vengono caricati per scopi esclusivamente personali o domestici e, nella vicenda spagnola, il Garante non ha riconosciuto l’esclusività della finalità. Un trattamento, infatti, viene definito “per scopi esclusivi di una persona” nel momento in cui questa conserva il controllo dei dati. Un controllo che è evidentemente venuto meno nel momento in cui il video del passante abbracciato al cestino, grazie a una sistematica diffusione, ha fatto il giro del web.
Inoltre, i soggetti che pubblicano contenuti online per scopi non esclusivamente personali, diventano titolari del trattamento. Questo vuol dire che l’autore del post deve rispondere dei danni ai sensi dell’articolo 82 del Gdpr.
La decisione ha un precedente, sempre spagnolo, che vede un giovane sanzionato per aver sfruttato foto e video sessuali per ricattare una tredicenne che li aveva mandati tramite piattaforme social e di messaggistica. Il giovane, appena sedicenne, aveva ricevuto una sanzione pecuniaria di 5 mila euro.
M.M.