Google Francia e i giornali diventano, finalmente, alleati. Il grande colosso di Mountain View, a distanza di due anni dalla direttiva europea sul copyright, ha firmato un’accordo con le principali testate francesi per remunerarle sui contenuti utilizzati per i frammenti di anteprima nella sua sezione di notizie.
Si conclude così positivamente, per gli editori, un lungo dibattito che aveva avuto origine nel 2019, quando il colosso del web aveva messo in atto una strategia di aggiramento contro la nuova normativa europea sul copyright.
In quell’occasione Google tentò di superare le nuove regole, che l’avrebbero costretta a remunerare gli editori per l’utilizzo degli snippet che compaiono nei risultati di ricerca. La società cercando di raggirare la situazione, affermò che “se una realtà giornalistica vuol comparire nella ricerca Google, deve concedere gratuitamente i propri diritti sullo snippet, pena la rimozione dai risultati”.
Il colosso del web inoltre, scelse di mettere in campo tutto il proprio peso attraverso il consenso forzato, sostenendo che la sola comparsa di una testata tra i risultati di ricerca avrebbe incrementato il volume di traffico verso quella determinata realtà, ritenendo quindi che questo compenso fosse di per sé sufficiente.
Sebbene ciò potesse ritenersi corretto in senso assoluto, è altrettanto vero che l’utilità di Google risiede proprio nella sua capacità di proporre risultati: guardando la situazione dal verso opposto, infatti, sarebbe Google ad avere grossi problemi qualora i risultati delle sue ricerche non portassero ad alcun contenuto significativo.
Da quel momento in poi la stampa francese non è ovviamente rimasta a guardare e si è poi rivolta all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che nell’Aprile 2020 ha ordinato a Google di negoziare “in buona fede” con gli editori.
E così, a distanza di due anni, i risultati degli scontri culminano con un accordo tra Google e l’Alleanza della stampa francese, grazie al quale viene definito un primo inquadramento che consentirà agli editori di ricevere una remunerazione per l’utilizzo del materiale protetto da diritto di copyright.
In un primo momento Google aveva cominciato a prendere accordi di licenza con le principali realtà francesi, come “Le Monde” e “Le figaro”, ma adesso questa possibilità sarà estesa a tutti i membri dell’APIG, con i quali Google stringerà accordi individuali che prevederanno compensi e consentiranno, soprattutto, l’accesso al programma “News Showcase”.
Il programma è stato lanciato dalla piattaforma lo scorso Ottobre e permette ai lettori di accedere a contenuti arricchiti in cambio di una retribuzione ai media e mette a disposizione degli editori di notizie una vetrina sul motore di ricerca. Si tratta di un altro nuovo prodotto che Google ha sviluppato che consente agli editori di curare i propri contenuti online. L’investimento iniziale è stato di un miliardo di dollari, interamente dedicati al mondo dell’editoria.
Attraverso questo programma gli editori potranno anche pubblicare articoli completi o parziali e sperimentare con elenchi puntati o altri formati. I siti in abbonamento possono anche concedere ai lettori alcuni articoli gratuitamente.
L’accordo sancito rappresenta “il culmine di molti mesi di trattative nell’ambito fissato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato”. L’intesa odierna giunge dopo mesi di contrattazione tra Google, gli editori francesi e le agenzie di stampa su come applicare le nuove norme sul copyright dell’UE. La direttiva europea, approvata nel 2019, consente infatti agli editori di richiedere una commissione dalle piattaforme online che mostrano estratti delle loro notizie. E la Francia è il primo paese ad aver recepito la direttiva nel proprio ordinamento.
In una nota si legge che l’accordo sancito “fissa il quadro entro il quale Google negozierà i singoli accordi individuali di licenza con i membri dell’Alleanza le cui pubblicazioni sono riconosciute come ‘informazione politica e generalista’”. I singoli accordi saranno di licenza e “copriranno i diritti connessi”, previsti dalla direttiva europea sul copyright ; inoltre, terranno in considerazione dei criteri che valuteranno anche la qualità dell’informazione prodotta dall’editore, attraverso aspetti come il peso delle notizie sul dibattito politico e generale, la quantità di contenuti giornalieri prodotta ed il pubblico raggiunto ogni mese.
Si può quindi affermare che si apre un vero e proprio nuovo capitolo per il mondo dell’editoria digitale ed è possibile auspicarsi che questo cambiamento non resti confinato al solo territorio francese. L’augurio è che il caso francese diventi il precedente su cui verranno formulati accordi di livello europeo e non solo nazionale.
“Dopo lunghi mesi di trattativa- commenta Pierre Louette, Ceo del gruppo Les Echos, Le Parisien e Presidente dell’Alleanza- questo accordoo è una tappa importante che segna il riconoscimento effettivo del diritto connesso degli editori di giornali e l’inizio della loro remunerazione da parte delle piattaforme digitali per l’uso delle loro pubblicazioni online”.
Secondo il direttore generale di Google France, Sébastien Missoffe, l’accordo rappresenta una tappa importante per la piattaforma.
Sostiene: “questo accordo conferma il nostro impegno con gli editori nell’ambito della legge francese sul diritto connesso. Apre una nuova prospettiva per i nostri partner e siamo felici di contribuire al loro sviluppo e di sostenere il giornalismo”.
Ma il colosso del web e Apig non hanno comunicato quanti soldi potrebbero essere distribuiti ai membri dell’associazione della stampa francese e non hanno neppure reso noti i dettagli su come sarebbe stata calcolata la remunerazione. Google ha semplicemente fatto sapere che i pagamenti andranno direttamente agli editori e che i termini non verranno divulgati dal momento che sono strettamente riservati.
Altro aspetto da considerare è l’algoritmo del motore di ricerca: non si sa infatti se l’intesa odierna tutelerà gli editori dalle modifiche agli algoritmi di ricerca di Google che potrebbero avere un impatto negativo sul traffico verso i loro siti. Questo rappresenta inevitabilmente un elemento importante dato che il traffico mensile è uno dei criteri utilizzati per determinare la remunerazione.
Il problema che resta è di omogeneizzare la situazione a livello internazionale: se infatti in Francia c’è stata una tregua, in Australia le acque sono molto agitate. Google minaccia di bloccare le funzioni di motore di ricerca se il Parlamento di Canberra approverà una proposta di legge che obbligherebbe il gigante del web a pagare la pubblicazione dei contenuti tratti dai media locali.
Il progetto di legge prevede la designazione, da parte del governo australiano, di un intermediario per determinare l’importo che Google dovrebbe versare ai media qualora non raggiunga con questi ultimi un accordo negoziale.
Qualora la proposta divenisse legge, Google non potrebbe far altro che sospendere la funzione di ricerca in Australia.