“Abbiamo innanzitutto cambiato denominazione e mission al nostro ministero e conseguentemente abbiamo cambiato anche modello di organizzazione, che è anche cambio di modello di politica industriale. Abbiamo realizzato per la prima volta da tanto tempo una politica industriale in questo paese”. Con queste parole il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha svelato la riorganizzazione del dicastero da lui guidato. “Con i nostri provvedimenti, la nostra politica industriale ha come soggetto le imprese e si mette al centro la peculiarità del sistema industriale italiano, ovvero la sua eccellenza”, ha aggiunto Urso.
In particolare, ha spiegato il ministro Urso, sono stati istituiti quattro dipartimenti per rispondere alle quattro principali esigenze: garantire gli strumenti necessari per realizzare gli investimenti (il dipartimento per le politiche per le imprese); equipaggiarsi con le tecnologie fondamentali per le transizioni digitale e green (il dipartimento per il digitale, la connettività e le nuove tecnologie); munirsi di strumenti di tutela e di regole certe nella competizione (il dipartimento mercato e tutela); poter contare su una presenza e su una organizzazione territoriale che avvicini quotidianamente alle imprese le opportunità e gli strumenti del ministero (il dipartimento per i servizi interni, finanziari, territoriali e di vigilanza).
Il dipartimento per il digitale, la connettività e le nuove tecnologie è affidato a Eva Spina. Tra i suoi principali compiti ci sono: contribuire all’innovazione e alla digitalizzazione delle imprese italiane, connettività con banda ultra larga, frequenze, nuove frontiere sia in termini di fattori abilitanti (materie prime critiche) che di tecnologie (Intelligenza Artificiale, metaverso, tecnologie quantistiche); razionalizzazione delle fondazioni dedicate alle transizioni green, digitale, biomedicale, Intelligenza Artificiale; recepimento dei Regolamenti europei sulle materie prime critiche e sull’Intelligenza Artificiale e definizione del collegato alla Legge di bilancio sulle nuove tecnologie emergenti.
Il dipartimento per le politiche per le imprese è guidato da Amedeo Teti. Tra i principali compiti ci sono la definizione della politica industriale nazionale dei diversi settori (con divisioni dedicate ai filoni strategici: automotive, sistema casa, siderurgia, abbigliamento, agroindustria, aerospazio…); erogazione di incentivi e di strumenti di garanzia per l’accesso al credito e riforma degli incentivi per renderli più accessibili (contratti di sviluppo, accordi di innovazione); agevolazione degli iter autorizzativi anche esercitando poteri sostitutivi con un focus particolare per gli investimenti esteri e quelli legati alle risorse del Pnrr (Piano nazionale ripresa resilienza).
Il terzo dipartimento, dedicato a mercato e tutela, è anch’esso sotto la guida di Amedeo Teti, che vede tra i suoi principali compiti: lotta alla contraffazione, protezione dei brevetti, conformità dei prodotti, normativa tecnica, di mercato e regole della concorrenza; vigilanza sui prezzi e tutela dei consumatori; predisposizione della Legge sulla concorrenza e delle norme per il settore assicurativo e la distribuzione dei carburanti.
Il quarto dipartimento, affidato a Benedetto Mineo, è quello per i servizi interni, finanziari, territoriali e di vigilanza. Tra i suoi principali compiti ci sono: supporto alle imprese mettendo a disposizione delle imprese gli strumenti del Mimit attraverso servizi digitali centrali; incentivare lo sviluppo d’impresa, con particolare attenzione a startup e Pmi innovative, dando impulso e supporto alle iniziative di promozione e tutela delle filiere produttive; soddisfare i fabbisogni formativi espressi dal tessuto imprenditoriale locale con lo sviluppo di competenze, anche in raccordo con le altre amministrazioni pubbliche, ivi inclusi gli istituti scolastici e gli Its (Istituti tecnologici superiori).
Con il processo di riorganizzazione del ministero delle Imprese e del Made in Italy si è lasciato decisamente molto spazio per le donne. Dallo scorso assetto organizzativo, raddoppiano al Mimit le donne con incarico di dirigenza generale di prima fascia. Negli uffici di gabinetto, due dei tre vicecapi gabinetto e tre dei sei dirigenti sono donne. Nel complesso, all’esito della riorganizzazione, il 40% delle divisioni risulta guidata da donne.
C.T.