Con la Legge 6 maggio 2021 n.61, di conversione del DL 30/2021, si parla per la prima volta di “diritto alla disconnessione” per i lavoratori in smart working.
Per la prima volta nell’ordinamento italiano, si riconosce esplicitamente al dipendente che lavora in modalità agile il diritto alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche utilizzate per svolgere la prestazione lavorativa.
Si tratta di un importante passo in avanti perché, in base al decreto legislativo 8 aprile 2003, n.66 esistono determinati limiti all’orario di lavoro del lavoratore “ordinario”, e un lavoratore in smart working deve poter esercitare gli stessi diritti.
Così, con la Legge 6 maggio 2021, n.61, di conversione del decreto-legge 13 marzo 2021, n.30, entrata in vigore il 13 maggio 2021, è stato aggiunto all’art.2 il comma 1-ter, che così recita: “Fermo restando, per il pubblico impiego, la disciplina degli istituti del lavoro agile stabilita dai contratti collettivi nazionali, è riconosciuto al lavoratore che svolge l’attività in modalità agile il diritto alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche, nel rispetto degli eventuali accordi sottoscritti dalle parti e fatti salvi eventuali periodi di reperibilità concordati. L’esercizio del diritto alla disconnessione, necessario per tutelare i tempi di riposo e la salute del lavoratore, non può avere ripercussioni sul rapporto di lavoro o sui trattamenti retributivi”.
Questa legge sancisce il diritto alla disconnessione dalle strumentazioni e piattaforme tecnologiche/informatiche (al fine di tutelare i tempi di riposo e la salute del lavoratore) ed evidenzia come l’esercizio di tale diritto non possa avere ripercussioni sul rapporto di lavoro o sulla retribuzione. Si fa un passo in avanti rispetto alla legge istituiva del lavoro agile, nella direzione di garantire maggiori tutele ai lavoratori in smart working.
Il diritto alla non reperibilità al di fuori dall’orario lavorativo non è una tematica esclusivamente italiana. Anche al di fuori dei confini nazionali tenere il passo della rapida evoluzione e regolamentare tali aspetti presenta le sue difficoltà. Il punto di partenza resta però uno: “Always on”, essere sempre connessi, che non è salutare. Strettamente correlato infatti c’è lo stress dato da un lavoro senza pause: è dimostrato scientificamente che il costante impegno mentale può essere profondamente nocivo per la salute.
In Francia, la Loi du Travail del 2016 stabilisce che le imprese con più di 50 dipendenti abbiano l’obbligo di prevedere il diritto dei lavoratori a disconnettersi fuori dall’orario di lavoro. Tuttavia, il legislatore transalpino non ha inserito alcun tipo di sanzione nei casi in cui questo diritto non venga garantito.
In altri Paesi, come la Germania, sono invece state le aziende a muoversi in ordine sparso attraverso la previsione nei contratti di specifiche possibilità di spegnere ogni device e non rispondere a messaggi e comunicazioni nei giorni di festa o nelle ore dedicate alla propria vita privata.
In precedenza, anche il Garante della Privacy si era espresso nel merito con l’audizione del 13 maggio 2020, durante la quale aveva sottolineato che “senza il diritto alla disconnessione, si rischia di vanificare la necessaria distinzione tra spazi di vita privata e attività lavorativa, annullando così alcune tra le più antiche conquiste raggiunte per il lavoro tradizionale”.
Il diritto alla disconnessione, oltre a tutelare il tempo libero, evita che il dipendente possa avere problematiche o disturbi legati al lavoro, quali:
- la Sindrome di Burnot: dal termine inglese “burn out” ossia “esaurirsi, bruciarsi”. Sta ad indicare quello stato di esaurimento, dovuto ad un forte stress lavorativo, che porta il lavoratore a non gestire bene il proprio lavoro;
- il Tecnostress: stress dovuto all’utilizzo sbagliato delle nuove tecnologie. Prendiamo ad esempio un dipendente prossimo alla pensione che ha sempre fatto riunioni in presenza. Non sarà facile per lui abituarsi alle piattaforme online utilizzate oggi per fare riunioni o incontri.