Il Garante per la privacy, Pasquale Stanzione, dopo essere intervenuto sul caso di Facebook e dei dati rubati, si è trovato costretto a procedere egualmente nel caso Linkedin, avviando un’istruttoria nei confronti del social a seguito della violezione dei sistemi tecnici.
La violazione ha infatti determinato la diffusione di dati degli utenti, compresi ID, nominativi completi, indirizzi email, numeri di telefono, collegamenti ad altri profili LinkedIn e a quelli di altri social media, titoli professionali e le altre informazioni lavorative inserite nei propri profili dagli utenti.
Contestualmente, l’Autorità ha adottato un provvedimento con il quale avverte chiunque sia entrato in possesso dei dati personali provenienti dalla violazione che il loro eventuale utilizzo è in contrasto con la normativa in materia di protezione dei dati personali, essendo tali informazioni frutto di un trattamento illecito. L’utilizzo di questi dati, ha ricordato il Garante, comporta conseguenze, anche di carattere sanzionatorio.
Bisogna inoltre tenere conto del fatto che l’Italia è uno dei paesi appartententi all’Unione Europea con il maggior numero di iscritti al social network e per questo motivo tutti gli interessati devono sentirsi chiamati in causa rispetto alla violazione che è avvenuta; è quindi necessario prestare particolare attenzione ad eventuali anomalie, messaggi, telefonate che si potrebbero ricevere o verificare e che ptorebbero essere connesse alla violazione stessa.
Questi dati, infatti, potrebbero essere utilizzati per una serie di condotte illecite, che vanno dalle chiamate e dai messaggi indesiderati fino ad arrivare a gravi minacce come le truffe on line o il furto di identità.