Nei giorni scorsi, durante il suo intervento al Privacy Day Forum 2023, Riccardo Acciai, Direttore del dipartimento reti telematiche e marketing del Garante per la protezione dei dati personali, aveva affermato che “nonostante il panorama attuale possa essere desolante, la situazione dovrà cambiare o in forma condivisa, o in qualche altra modalità meno condivisa, perché non è più soltanto una questione di legittimità giuridica, ma anche un connotato di civiltà”, sottolineando che “con 5 anni di GDPR e 25 anni di protezione dati, è il momento buono per cercare di voltare pagina definitivamente”.
I rappresentanti dell’Autorità Garante hanno dichiarato che non esistono norme o strumenti in grado di fermare integralmente il fenomeno delle chiamate illegali che caratterizzano attualmente il telemarketing. Inoltre con l’ampliamento del Registro Pubblico delle Opposizioni (RPO) si esercita il diritto di opposizione al trattamento dei dati presenti negli elenchi telefonici pubblici (con o senza l’intervento di un operatore umano). Date le numerose segnalazioni ricevute dal Garante della privacy sembra piuttosto evidente che al momento non tutti i soggetti verificano le liste di contatti con il RPO prima delle campagne.
Per rendere il Registro Pubblico delle Opposizioni lo strumento che i cittadini auspicano, occorre individuare strategie per contrastare tali fenomeni, garantendo maggiore trasparenza nelle attività connesse al telemarketing, dalla raccolta dei dati e dei consensi fino alla vendita del bene o del servizio.
S.B.