Abbiamo deciso di promuovere un confronto tra tutti i Presidenti degli Ordini regionali dei Giornalisti attraverso interviste su alcuni temi centrali per il futuro del mondo dell’informazione e della professione giornalistica.
Oggi pubblichiamo l’intervista del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia, Cristiano Degano.
- Qual è il giudizio che come Ordine date in merito al nuovo DDL sulla diffamazione?
Come coordinatore dei presidenti degli Ordini regionali, insieme al collega della Liguria Filippo Paganini, ho partecipato il 14 dicembre scorso alla manifestazione promossa a Roma dalla FNSI, con l’adesione del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, per sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli legati al disegno di legge di riforma della diffamazione in discussione alla Commissione Giustizia del Senato. Condividiamo infatti la forte preoccupazione espressa dal Cnog e l’appello al Parlamento affinché modifichi il testo della riforma. In particolare, riteniamo che tale riforma non tuteli la libertà di stampa e sia anzi in contrasto con la normativa europea e numerose sentenze della Cedu, secondo le quali la previsione di sanzioni pecuniarie troppo elevate costituisce una ingiustificata limitazione al diritto dei cittadini di essere compiutamente e correttamente informati. Il testo in discussione introduce inoltre un sistema di rettifica automatica, senza possibilità di contraddittorio, e non affronta in maniera adeguata la questione relativa alle sanzioni delle querele temerarie, indicata anche in sede europea come uno dei principali ostacoli al corretto esercizio dell’informazione.
- Quali strategie o iniziative l’Ordine promuove per contrastare efficacemente le fake news e la disinformazione?
La disinformazione è spesso figlia della “disintermediazione” ovvero delle tendenza a fare a meno della mediazione del giornalista. Proprio nell’attuale panorama dell’informazione, affidata sempre di più ai social media, agli algoritmi e ora anche all’Intelligenza Artificiale, riteniamo invece che sia fondamentale il ruolo del giornalista, ovvero di chi è professionalmente formato e aggiornato per accertare la fondatezza delle notizie, verificarne le fonti, certificarne la provenienza. Di chi è inoltre tenuto al rispetto della deontologia professionale. E’ quanto cerchiamo di sostenere in tutte le sedi, a cominciare dai corsi di formazione che proponiamo ai nostri iscritti.
- Qual è il ruolo dell’Ordine nell’incoraggiare e promuovere una maggiore copertura giornalistica sull’ambiente e sulle questioni legate alla sostenibilità?
E’ quello che cerchiamo di fare, anche in questo caso soprattutto attraverso la formazione permanente degli iscritti. Grazie alla collaborazione con le Università e centri di ricerca proponiamo infatti spesso dei corsi incentrati proprio sui temi della sostenibilità e della difesa dell’ambiente.
- Come considera l’Ordine l’impatto dell’Intelligenza Artificiale nel campo giornalistico e quali sfide o opportunità presenta?
L’Intelligenza Artificiale è presente fra di noi da almeno una decina d’anni e da tempo viene utilizzata anche nelle redazioni, anche se solo l’arrivo di ChatGPT ha reso evidente a tutti opportunità e pericoli del suo utilizzo. Nessuno può pensare comunque di fermare il progresso e lo sviluppo tecnologico. L’uso dell’Intelligenza Artificiale deve diventare un’opportunità e non può essere percepito come un problema. Non si tratta quindi di alzare inutili barricate ma di porre con forza il problema delle regole, come sta già tentando di fare l’Unione europea. Nel dicembre scorso il Consiglio e il Parlamento europeo hanno infatti raggiunto un accordo sul cosiddetto “Regolamento sull’Intelligenza Artificiale”. L’accordo provvisorio prevede però che tale regolamento si applichi due anni dopo la sua entrata in vigore e ci si chiede se questi tempi siano compatibili con il travolgente sviluppo tecnologico che stiamo vivendo.