Il verdetto – come riportano i media online di Dublino e quelli britannici – è il frutto d’una indagine avviata fin dall’aprile del 2021, dopo la denuncia sul furto e la diffusione di dati personali di circa mezzo miliardo di persone nel mondo attraverso un sito di hacker.
I primi commenti della società sono improntati alla prudenza: Meta si riserva infatti di “esaminare attentamente” il provvedimento, pur sottolineando in una nota che “proteggere la privacy e la sicurezza dei dati delle persone è fondamentale per il nostro lavoro. Per questo motivo abbiamo collaborato attivamente con l’Autorità Garante irlandese (Dpc – Data protection commission) su questa importante tematica. Nel periodo a cui si fa riferimento, abbiamo apportato modifiche ai nostri sistemi, tra cui l’eliminazione della possibilità di effettuare lo scraping delle nostre funzionalità utilizzando numeri di telefono. Lo scraping non autorizzato di dati – conclude Meta – è inaccettabile e contrario alle nostre regole. Continueremo a collaborare con i nostri partner per affrontare questa sfida di settore”.
Per Meta il nuovo provvedimento della Commissione irlandese per la protezione dei dati (Dpc) è la terza multa ricevuta nel 2022 in Europa. Lo scorso marzo, la stessa Autorità aveva multato Meta per circa 18 milioni di euro con l’accusa di non aver protetto i dati di circa 30 milioni di utenti di Facebook nel 2018. Lo scorso settembre, sempre l’Autorità irlandese aveva emesso una multa da 400 milioni di euro per violazione del GDPR da parte di Instagram, altro social network controllato da Meta.