Abbiamo deciso di promuovere un confronto tra tutti i Presidenti degli Ordini regionali dei Giornalisti attraverso interviste su alcuni temi centrali per il futuro del mondo dell’informazione e della professione giornalistica.
Oggi pubblichiamo l’intervista del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria, Mino Lorusso.
- In cosa consiste la vostra iniziativa in merito alla creazione dell’Osservatorio di informazione locale?
Abbiamo deciso di creare, insieme ad altri soggetti (Camera di Commercio dell’Umbria, Università di Perugia, Corecom, Associazione Stampa Umbra) un organismo per il monitoraggio della situazione occupazionale e dell’editoria della nostra regione. Il primo report ha messo in luce la grave crisi del settore, evidenziando come la precarietà e il lavoro sottopagato o non pagato influisca negativamente sulla tenuta del sistema democratico. In Umbria c’è un deficit di democrazia. La crisi dell’editoria e la situazione del giornalismo ne sono una drammatica testimonianza. Da qui, la necessità di coordinare una serie di iniziative che inducano la Regione a finanziare la Legge sull’Editoria, ricorrendo anche alle risorse europee. L’Osservatorio ha un carattere “permanente” e offrirà periodicamente una fotografia aggiornata dell’Umbria. L’iniziativa verrà estesa anche a Emilia Romagna, Toscana, Marche, regioni con le quali abbiamo costituito un Forum, allo scopo di condividere attività di formazione, partecipazione a bandi europei, iniziative di carattere culturale.
- Secondo l’Ordine, il giornalismo come può sostenere e promuovere un ambiente informativo pluralistico, garantendo la diversità delle voci e delle prospettive presenti nelle narrazioni giornalistiche?
Il sistema è complesso ed è condizionato dalla trasparenza dei soggetti in campo, a cominciare dagli editori. L’essenza di editori puri compromette la qualità dell’informazione, legandola a interessi di parte. L’Ordine non può decidere le scelte editoriali. Può vigilare sulla correttezza dell’informazione, sulla sua qualità, sul rispetto dell’etica e della deontologia professionale. Può sollecitare una narrazione completa e rispettosa di tutti gli attori sociali. Un ruolo di controllo e propositivo anche attraverso la formazione professionale.
- In che modo l’Intelligenza Artificiale sta influenzando la diversità e il pluralismo nell’informazione?
L’AI è un’opportunità, ma può anche rappresentare un “vulnus”. Per garantire diversità e pluralismo nell’informazione servono regole condivise e condivisibili. Serve ribadire la centralità del ruolo del giornalista: la sua capacità di scelta e di rispetto delle regole sono una garanzia per il diritto all’informazione. Questa visione ci ha indotto, primi in assoluto, a promuovere un’Academy del giornalismo sportivo, in collaborazione con il CONI. Sarà l’Ordine, dopo una selezione, a formare 10 futuri pubblicisti. Una novità assoluta.
- Quali sono le principali sfide che il giornalismo moderno affronta nel mantenere un ambiente informativo pluralistico?
Mantenere un ambiente informativo pluralistico significa ribadire il ruolo del giornalista, la sua responsabilità. Le sfide sono legate alla capacità di non chiudersi in difesa dell’esistente. La riforma dell’Ordine e dell’accesso alla professione sarà uno spartiacque tra come la nostra professione è stata interpretata in passato e come si evolverà in futuro. Non c’è soltanto in gioco l’informazione pluralista, ma la qualità e la tenuta del nostro sistema democratico.