Nell’era digitale la condivisione sui social riguarda ormai quasi ogni aspetto della vita, dai momenti di gioia a quelli drammatici, dalle immagini di cibo ai video del proprio animale domestico, passando dalle foto di figli e parenti. Anche se effettuata con le migliori intenzioni, questa iper-condivisione può implicare dei rischi, in particolare quando ad essere protagonisti dei contenuti pubblicati online sono dei minori.
Con il termine sharenting, dall’inglese “sharing”, condivisione, e “parenting”, genitorialità, si indica l’esibizione ripetuta dei propri figli sui social media. Questa tendenza, sempre più diffusa tra mamme e papà, soprattutto influencer, presenta una serie di potenziali problematiche riguardanti la privacy del bambino.
I contenuti condivisi, spesso pubblicati a totale insaputa del bimbo, possono diventare un archivio digitale di informazioni aperto a chiunque e che mette a repentaglio la sicurezza del soggetto esposto.
Il bambino, una volta cresciuto, potrebbe trovarsi a fare i conti con proprie immagini non gradite pubblicate online. Sono già stati documentati casi, sia in Italia che all’estero, di giovani che hanno intentato azioni legali contro i propri genitori per la rimozione delle proprie foto dai social media. Inoltre, c’è il pericolo che i contenuti condivisi vengano diffusi su siti illegali come materiale pedopornografico. In altri casi, il rischio sta nello sfruttamento dei figli a fini commerciali da parte dei genitori stessi.
Per regolare il fenomeno e arginarne le ripercussioni, è stata presentata alla Camera dei Deputati italiana una proposta di legge denominata “Disposizioni in materia di tutela dell’immagine dei minori”, divisa in tre articoli che toccano le questioni principali.
Il primo riguarda la protezione dei figli degli influencer: i genitori o tutori che intendono pubblicare immagini dei loro figli sui social media dovranno compilare e inviare una dichiarazione scritta all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom).
Il secondo regola la gestione economica delle immagini dei minori. Nel caso di promozione di prodotti o servizi attraverso influencer marketing, verrà istituito un conto bancario a nome del minore, che potrà accedervi al raggiungimento dei 18 anni.
Il terzo garantisce il diritto all’oblio dei minori che, una volta compiuti 14 anni, potranno richiedere la rimozione dai motori di ricerca di tutti i contenuti in cui appaiono.
Inoltre, le piattaforme social saranno incoraggiate a sviluppare linee guida per educare i genitori sui rischi connessi alla condivisione di contenuti sui propri figli, promuovendo una maggiore consapevolezza sul fenomeno sharenting.
M.T.