In questo momento, la società europea ha bisogno del contributo delle Università per rendere l’UE più sostenibile, inclusiva e digitale.
L’obiettivo è quello di rendere l’Europa leader nel campo dell’istruzione, attirando nuovi talenti e sostenendo i propri. A tal proposito, la Commissione sosterrà l’ampliamento dell’Alleanza tra gli Atenei pionieri nei progetti comunitari, fino a raggiungere oltre 500 istituti con campus inter-universitari dedicati a studenti, docenti e ricercatori. Si lavorerà ad un nuovo statuto giuridico per gli Atenei, al fine di emettere un diploma europeo comune che riconosca il valore delle esperienze compiute all’estero dagli studenti anche nel titolo di laurea, e ad una carta europea dello studente per avere accesso ad agevolazioni in tutta Europa.
Verranno messi a disposizione 1,1 miliardi di euro per portare da 41 a 60 i cosiddetti “cartelli universitari europei”.
La Commissione invita i singoli Stati ad adottare misure e creare le condizioni più adeguate a livello nazionale per combattere la disomogeneità dei bilanci europei in materia di istruzione terziaria e ricerca: l’Italia spende meno dell’1% del Pil per l’università, contro l’1,2% della Germania e l’1,5% della Francia; e l’1,4% per la ricerca, contro il 2,2% della Francia e il 3,1% della Germania.
Nel Pnrr il Governo ha stanziato 1,5 miliardi per borse e alloggi universitari, 0,5 miliardi per i dottorati e 11 miliardi per la ricerca, ma l’Italia dovrà riuscire a tradurre questi fondi in progetti concreti affinché possano essere spesi.