Greenpeace Italia, Legambiente e WWF si rivolgono al Governo Draghi per promuovere riforme che diano un impulso decisivo verso la transizione energetica.
A fronte dei rincari, del costo delle importazioni di gas, della crisi energetica, della delicata situazione geopolitica e delle decisioni prese in merito fino a qui, le tre ONG spingono affinché si abbandonino progetti come il ritorno al nucleare o all’estrazione del gas naturale nazionale, in favore di politiche che mirino a instaurare un nuovo sentire collettivo e soprattutto che soppiantino completamente la produzione di energia elettrica attuale con le rinnovabili.
Si tratta di interventi normativi e autorizzativi da mettere in campo da qui ai prossimi mesi e che permetterebbero di ridurre i consumi di gas di 36 miliardi di metri cubi all’anno entro fine 2026, sviluppando l’eolico offshore e a terra, il fotovoltaico sui tetti, anche nei centri storici, e sulle aree compromesse (discariche, cave…), il moderno agrovoltaico che garantisce l’integrazione delle produzioni agricole con quella energetica, la produzione del biometano (sviluppata in un chiaro contesto di riduzione del numero complessivo di capi allevati e senza sottrazione di terreno alla produzione di cibo), gli accumuli, i pompaggi e l’ammodernamento delle reti.
Per sfuggire alla dipendenza del gas naturale di importazione, l’Italia dovrebbe aggiornare il PNIEC 2030, potendosi permettere non solo di ridurre gli approvvigionamenti del 40 o del 55% come auspicato, ma di puntare alla produzione di energia elettrica al 100% da fonti rinnovabili entro il 2035.
Le tre associazioni chiedono, inoltre, di autorizzare entro marzo 2023, nuovi impianti a fonti rinnovabili per 90 GW di nuova potenza installata, pari alla metà dei 180 GW in attesa di autorizzazione, da realizzare entro fine 2026; di fissare subito un tetto ai profitti delle aziende che estraggono e trasportano gas fossile o petrolio; di attivare entro giugno 2022 il dibattito pubblico sugli impianti a fonti rinnovabili al di sopra dei 10 MW di potenza installata e di sviluppare la produzione di biometano da Forsu, scarti agricoli, reflui zootecnici e fanghi di depurazione.
Per sganciarsi definitivamente dal gas, entro maggio, secondo le 10 proposte chieste al Governo, è necessario stabilire una revisione dei titoli di efficienza energetica per il settore industriale, premiando le realtà ecologicamente virtuose.
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