Cresce in Italia il numero di smart TV, che ha raggiunto quota 21 milioni nel 2023 superando per la prima volta le TV tradizionali a 20 milioni e mezzo.
A rivelarlo è il Sesto Rapporto Auditel-Censis, dal titolo “La nuova Italia televisiva”. L’analisi, oltre a fornire approfondimenti sulle modalità di consumo televisivo nel contesto italiano, rivela una fotografia preoccupante rispetto alle carenze italiane in termini di diffusione della banda larga, con 9 milioni di famiglie che rimangono esclusi dalla vita digitale
Il report rivela che “Il processo di digitalizzazione del nostro paese prosegue, ma c’è un problema di quantità e qualità della connessione che non consente a tutti di avere le stesse possibilità di fruizione e utilizzo del web”.
In particolare, i dati sulla connettività evidenziano una distanza significativa dall’obiettivo stabilito dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) all’interno della Strategia per la banda ultralarga, la quale mira a fornire connessioni a 1 Gigabit su tutto il territorio nazionale entro la fine del 2026.
Tra i nuclei familiari inclusi nella statistica, il 30,2% dispone unicamente di una connessione mobile, la quale non sempre garantisce la velocità e le capacità necessarie per supportare appieno tutte le attività online. Inoltre, circa 5 milioni e mezzo di famiglie, pari al 22,4% del totale, si connettono esclusivamente attraverso smartphone.
Dati che sottolineano la necessità di affrontare le sfide connesse alla digitalizzazione e di implementare soluzioni mirate per garantire un accesso più equo e capillare alla connettività in tutta Italia.
La XIV edizione dell’”Atlante dell’infanzia”, condotta da Save the Children, descrive un quadro contradditorio riguardo alla diffusione della banda larga nella Penisola.
Save the Children sottolinea l’importanza della scuola nel processo di alfabetizzazione digitale, ma l’Atlante dell’Infanzia 2023 rivela che circa il 30% delle scuole non dispone di banda ultralarga, con percentuali più elevate nelle aree interne. Ci sono ancora disparità nella fornitura di strumenti per la didattica innovativa e nella formazione dei docenti per ridurre la povertà educativa digitale.
Il rapporto sottolinea l’esigenza di “dotare tutte le scuole di una connessione veloce e stabile e di strumenti digitali adeguati rappresenta il prerequisito essenziale per ridurre il digital divide e combattere la povertà educativa digitale, dando priorità agli istituti situati in aree particolarmente svantaggiate dove maggiore è l’incidenza della povertà materiale ed educativa”. In questa direzione, una svolta importante per la transizione digitale del mondo della scuola è attesa con il Pnrr per il Piano Scuola 4.0”.
C.L.
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