Il consumo energetico dell’IA corrisponde solo ad una minima parte del totale nel settore tecnologico, quasi il 2-3% delle emissioni globali. Tuttavia, questa cifra è destinata a salire perché sempre più fruitori si rivolgeranno ai servizi dell’IA. Inoltre, per stare al passo con i nostri bisogni, l’IA farà aumentare il numero dei data center intasando maggiormente l’ambiente virtuale.
L’energia necessaria per avviare i sistemi di IA ha raggiunto un aumento annuale tra il 26% e il 36%. Dunque, in quattro anni, l’IA potrebbe consumare perfino più energia di quella utilizzata dall’Islanda nel 2021. L’impatto energetico dell’IA si nota nelle fasi di addestramento e inferenza. Durante la prima fase i modelli si esercitano con l’elaborazione di enormi quantità di dati poi, nella seconda, risolvono problemi reali.
Insomma, per godere a lungo dei vantaggi dell’IA, bisogna escogitare una strategia per mettere d’accordo innovazione e sostenibilità. In quest’ottica, le autorità di regolamentazione possono imporre ai sistemi IA di registrare il proprio consumo energetico che può calare grazie all’utilizzo di nuovi hardware. Tra questi menzioniamo l’ultimo “superchip” di Nvidia capace di perfezionare i servizi di IA generativa, diminuendo anche il consumo energetico di 25 volte. Altri provvedimenti riguardano un risparmio energetico più mirato nei vari momenti della giornata, altri propongono di rimuovere le informazioni superflue e altri spingono per l’adozione di data center condivisi e di cloud computing.
L’IA sta entrando sempre di più nella nostra quotidianità, diventando uno strumento utile anche per realizzare obiettivi importanti come quelli climatici contenuti nell’Agenda 2030. Quindi, per assicurarci un futuro migliore, bisogna collaborare per inserire la sostenibilità al centro dei progressi IA.
M.P.
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