Dal 2017 il progetto sfrutta algoritmi in grado di analizzare e prevedere le carriere accademiche, offrendo un modello educativo personalizzato e basato sui dati necessari. Questa iniziativa rappresenta un esempio importante di come la tecnologia sia capace di rivoluzionare i percorsi formativi degli studenti. Su questa linea, Il manuale “Una didattica a Giurisprudenza tra on line e intelligenza artificiale” contiene le attività didattiche realizzate dal dipartimento per la creazione di programmi ad hoc per ogni studente.
L’idea originale era quella di riavvicinare i “fuoricorso”, cioè studenti che non si laureano entro due anni dalla data prevista dal corso di studi, all’università. La novità introdotta consiste nella frequenza da remoto delle lezioni online sulla piattaforma moodle con un programma su misura e strumenti di autovalutazione settimanale, in modo da non temere la prova finale. Dal 2017 sempre più studenti percorrono questa direzione e, due anni dopo, è cominciato il progetto “In corso”. Infatti, grazie alla collaborazione tra Il Dipartimento di Giurisprudenza e il CSI Piemonte, si è sviluppata una ricerca sull’utilizzo di sistemi di IA per esaminare gli andamenti degli iscritti al Dipartimento di Giurisprudenza.
Raccogliendo i dati degli universitari dall’anno accademico 2005/2006, si è alimentato un algoritmo supervisionato che sa anticipare l’andamento degli alunni che non hanno ancora terminato gli studi. Così, il Dipartimento non deve improvvisare completamente i suoi interventi.
Visti i risultati soddisfacenti, il servizio è stato ampliato ad altri corsi considerando più di 200 mila carriere. Quindi l’Università di Torino sa perfettamente come comportarsi alla luce delle informazioni socio anagrafiche dei suoi iscritti. Ovviamente tutto ciò non si sarebbe realizzato senza l’unione tra la sfera accademica e quella informatica, provando l’efficacia del rapporto tra la teoria e il suo riscontro pratico.
Infine, è bene ricordare che padroneggiare tecnologie come l’IA richiede uno sviluppo eccellente delle competenze per tutti gli attori coinvolti, affinché chiunque sia afferrato non solo sulle potenzialità, ma anche sui limiti e sulle prerogative dell’AI.
M.P.