Prima dell’avvento dei Non Fungible Token (NFT) e della tecnologia blockchain era la carta la protagonista del processo di registrazione, rivendita e trasferimento della proprietà delle opere d’arte. Oggi viviamo nell’era della Crypto art (tradotto in italiano “arte crittografica”), dove le opere d’arte sono digitali o digitalizzate, vengono memorizzate tramite blockchain e poi vendute mediante certificati di autenticità digitale (NFT).
Un’istantanea del nuovo contesto è stata fatta quest’anno dagli esperti di Deloitte, all’interno del rapporto “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione”.
Secondo i dati raccolti nel rapporto i Non Fungible Token (NFT) si confermano protagonisti assoluti del moderno mercato dell’arte.
Certificati digitali di proprietà basati sulla blockchain, gli NFT rendono un oggetto digitale unico e non replicabile grazie all’impiego di codici di identificazione e metadati. Un’opera accompagnata da NFT, infatti, guadagna una propria “carta di identità” ed è oggi paragonabile a una copia firmata dall’artista. Nel 2021 l’acronimo ha acquisito una grande popolarità, ma è nel 2022 che il settore è entrato in una fase più matura, in cui sono emersi non solo il potenziale ma anche le sfide degli NFT per il mercato dell’arte. I settori NFT legati ad Art e Collectibles, infatti, hanno raccolto rispettivamente 147 milioni di dollari e 872 milioni di dollari nel 2022.
In Italia uno studio del Politecnico di Milano ha mostrato che dal 2017 al 2022 i wallet che possiedono NFT sono cresciuti in maniera esponenziale: il 9% dei consumatori italiani possiede o ha posseduto Non Fungible Token, mentre il 14% si dichiara interessato ad acquistarli in futuro. E i più gettonati sono proprio gli NFT artistici, posseduti da ben il 27% dei proprietari di Non Fungible Token.
Secondo Paolo Gianturco, FSI Consulting & FS Tech Leader di Deloitte, “gli NFT si stanno dimostrando uno strumento ricco di possibilità, capace di portare la promessa di decentralizzazione e democratizzazione alla base del Web3 anche nel mercato dell’arte […] la costante espansione della popolarità dello strumento, del pubblico interessato e dei canali di vendita prospettano un futuro ricco di opportunità per gli NFT e per il loro impatto sul mercato dell’arte”.
Un secondo protagonista di questo nuovo panorama è la tecnologia blockchain, che può essere impiegata anche per garantire la privacy o l’anonimato tra acquirenti, venditori, pubblico e altri attori del settore. Questa tecnologia puo’ contribuire a creare trasparenza ed equità nel settore, la sua natura immutabile rappresenta anche un valido aiuto nella risoluzione di controversie riguardanti la proprietà. L’utilità della tecnologia blockchain all’interno del mondo dell’arte puo’ essere riassunta nei seguenti punti:
- diminuzione significativa dei falsi che da sempre affliggono il settore,
- scambio di forme d’arte digitale che in precedenza erano difficili da scambiare,
- promozione delle vendite,
- democratizzazione dell’accesso agli investimenti.
Anche il mondo delle aste sta cambiando. Il rapporto di Deloitte distingue le aste “online-only”, da quelle ibride. Le prime, che hanno visto un grande sviluppo a livello internazionale soprattutto dopo la pandemia, si svolgono interamente in forma virtuale, tramite una piattaforma web. Le seconde, invece, vogliono ricreare l’atmosfera della sala d’aste pur svolgendosi da remoto. È così che la location viene vissuta in streaming dai collezionisti, che cercano di aggiudicarsi l’opera interagendo tramite call con il banditore.
M.M.