È evidente che il numero di contagi all’aperto risulta trascurabile rispetto alla trasmissione negli ambienti chiusi; inoltre, poiché la trasmissione del contagio attraverso superfici presenta una probabilità di accadimento molto bassa, è indispensabile realizzare prioritariamente interventi di mitigazione relativamente alla trasmissione aerea del SARS-CoV-2 negli ambienti chiusi sulla base della valutazione e gestione del rischio.
In uno studio (Buonanno G, et al. Quantitative assessment of the risk of airborne transmission of SARS-CoV-2 infection: Prospective and retrospective applications. Environmental International 2020) è stato presentato un nuovo approccio per la valutazione quantitativa del rischio di infezione individuale di soggetti suscettibili esposti in microambienti indoor in presenza di un soggetto asintomatico infetto da SARS-CoV-2. Lo studio riporta, in particolare, una valutazione del rischio prospettica e retrospettiva della trasmissione aerea di SARS-CoV-2 utilizzando un approccio in quattro fasi:
- valutazione del fattore di emissione del carico virale;
- valutazione dell’esposizione alla concentrazione di carico virale nel microambiente;
- valutazione della dose di carico virale ricevuta da un soggetto suscettibile esposto;
- stima della probabilità di infezione sulla base di un modello dose-risposta.
L’approccio è stato applicato a quattro distinti scenari (stanza di ospedale, palestra, ristorante, sala conferenze) per una valutazione prospettica, evidenziando che, al fine di garantire un rischio considerato accettabile dagli autori inferiore a 10−3 per soggetti esposti in ambienti interni naturalmente ventilati, il tempo di esposizione dovrebbe essere inferiore ad un’ora. Tale tempo massimo di esposizione dipende chiaramente dall’emissione di carica virale del soggetto infetto e dalle condizioni di esposizione; pertanto, sono stati stimati tempi di esposizione più lunghi per ambienti interni ventilati meccanicamente e minori emissioni di carico virale.
Lo stesso approccio è stato anche applicato ai mezzi di trasporto e ad ambienti scolastici. Con riferimento alle classi scolastiche, oltre a stimare il rischio per diversi scenari, è riportata una procedura per il controllo del rischio di contagio con la semplice aerazione utilizzando sensori di CO2 come proxy per la stima della ventilazione.
Si ribadisce che la riduzione del rischio a valori accettabili non può essere garantita in tutti i casi dalla sola ventilazione, ma è necessario intervenire prioritariamente sulla riduzione dell’emissione e sugli altri fattori determinanti in modo tale da rendere accettabile un ricambio di aria ragionevolmente praticabile. Laddove non sia possibile limitare, tra gli altri, l’emissione della sorgente (es. ristorante con persone che parlano ad alta voce senza protezione o altro) è necessario intervenire su altri parametri (affollamento, tempi di esposizione, ecc.) al fine di garantire una riduzione del rischio con una ventilazione tecnicamente praticabile.