Abbiamo deciso di promuovere un confronto tra tutti i Presidenti degli Ordini regionali dei Giornalisti attraverso interviste su alcuni temi centrali per il futuro del mondo dell’informazione e della professione giornalistica.
Oggi pubblichiamo l’intervista del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana, Giampaolo Marchini.
- Qual è la valutazione attuale dell’Ordine sulla libertà d’informazione in Italia, prevalgono i progressi o le preoccupazioni?
In Italia la libertà di stampa è un diritto sancito dalla Costituzione. Se andiamo a guardare nel concreto però il nostro paese presenta una realtà a luci e ombre. Secondo il Rapporto 2023 di Reporter Senza Frontiere il nostro paese si trova al 41° posto nel mondo per libertà di stampa, in risalita rispetto agli anni precedenti ma comunque in una posizione non certo lusinghiera e ben lontana dalle prime posizioni, detenute dai Paesi del nord dell’Europa. A pesare per noi sono soprattutto le questioni irrisolte legate alla diffamazione e alle intimidazioni, con le cosiddette querele temerarie. Ad oggi manca ancora un intervento normativo che consenta di risolvere questi gravi problemi, che limitano notevolmente la libertà di stampa in Italia. Non ultimo il Ddl Costa, meglio conosciuto come Legge Bavaglio che è fonte di grande preoccupazione non solo per i colleghi che si occupano di nera e giudiziaria. Un pericoloso precedente, un provvedimento autoritario gravissimo che non solo colpisce e limita il lavoro dei colleghi, ma soprattutto il diritto dei cittadini di essere informati e, aspetto non secondario, rende più indifese le stesse persone private della libertà.
- Quali strategie o iniziative l’Ordine promuove per contrastare efficacemente le fake news e la disinformazione?
La lotta alla disinformazione, e in particolare alle fake news, è uno degli obiettivi sui quali l’Ordine della Toscana lavora da molti anni. In particolare grazie alla Fondazione Odg Toscana stiamo cercando di formare le giovani generazioni, a cominciare dal progetto Anti Fake News che coinvolge direttamente le scuole superiori della regione. Partito da Firenze il progetto si è allargato in questi anni coinvolgendo le province di Livorno, Siena e Grosseto, con incontri in presenza o in DAD. L’obiettivo è spiegare ai ragazzi come proteggersi dalle fake news e in generale dalla disinformazione e quali strumenti adottare per capire se una notizia, soprattutto online, è vera oppure no. Inoltre lo scorso anno è partito il progetto Generazione News, una nuova testata online gestita dagli studenti e studentesse della Toscana, attraverso le Consulte provinciali e il Parlamento regionale degli studenti. L’Ordine è stato direttamente coinvolto nel progetto, in particolare con incontri formativi tenuti dai giornalisti agli studenti.
- Qual è il ruolo dell’Ordine nell’incoraggiare e promuovere una maggiore copertura giornalistica sull’ambiente e sulle questioni legate alla sostenibilità?
Facciamo una premessa: non rientra tra le prerogative dell’Ordine quella di indirizzare la copertura giornalistica dei colleghi. Siamo comunque molto attenti al tema della sostenibilità. In che modo? Fornendo ai colleghi giornalisti gli strumenti per approfondire meglio tali questioni. La Fondazione Odg Toscana da anni promuove corsi di formazione sull’ambiente e sui cambiamenti climatici. L’ultimo in ordine di tempo è il corso in 6 moduli dedicato alla sostenibilità organizzato con Belvedere spa a Peccioli. Un corso-modello che abbiamo anche esportato in altre regioni, insieme agli Ordini di riferimento.
- Come considera l’Ordine l’impatto dell’Intelligenza Artificiale nel campo giornalistico e quali sfide o opportunità presenta?
L’uso dell’Intelligenza Artificiale nel giornalismo è sicuramente un tema importante, soprattutto in merito alle ripercussioni che possono esserci per la professione. L’utilizzo di strumenti di AI può infatti risultare molto utile per la nostra professione, a patto però che non si faccia l’errore di voler sostituire i giornalisti con i processi digitali. La professionalità di un giornalista infatti va ben oltre il saper scrivere in italiano e non può quindi essere sostituita. Come avvenuto per altri strumenti digitali, è quindi importante seguirne gli sviluppi e iniziare a confrontarsi con questa nuova realtà, per imparare ad utilizzarla.