Il canone Rai sembra destinato a restare nella bolletta elettrica. È vero che nell’ambito del Pnrr l’Italia si era impegnata con l’Europa a far sparire dai costi dell’energia tutti gli “oneri impropri”, ma è anche vero che gli ordini del giorno non sono vincolanti e tutto può cambiare.
Con una nota, infatti, lunedì 14 novembre il ministero dell’Economia ha colto l’occasione di una lettera di otto sigle sindacali della Rai – che chiedevano al ministro Giancarlo Giorgetti un “autorevole intervento” sul tema – per chiarire che le voci di un’esclusione del canone Rai dalla bolletta elettrica “non risultano, alla luce del lungo lavoro istruttorio in corso, fondate”. “La milestone Pnrr – prosegue il Tesoro – trova il suo fondamento nell’esigenza di tutela della concorrenza del mercato dell’energia elettrica e si basa sulle proposte Agcm, la quale non aveva rilevato alcuna criticità in merito al pagamento del canone Rai dal punto di vista della concorrenza del mercato dell’energia, a condizione che il pagamento fosse trasparente per gli utenti finali. Requisito che – si conclude – risulta soddisfatto”.
Il dicastero guidato da Giorgetti ha così fugato, almeno per il momento, i timori dei sindacati, secondo cui la decisione deliberata dalle Camere, “oltre a provocare un clima di profonda incertezza relativamente alle modalità di finanziamento del Servizio pubblico radiotelevisivo, rischia di avere un impatto dirompente sul futuro stesso della Rai”.
Le sigle hanno chiamato direttamente in causa il Mef: “Privare la più grande azienda culturale del Paese della certezza dei finanziamenti, oltre alle evidenti ricadute in termini occupazionali che ne potrebbero derivare avrebbe degli effetti diretti sullo stesso ministero da Ella guidato, in quanto azionista di Rai Spa”.