Cresce l’allarme sui dati del turismo, uno dei settori che nell’ultimo anno ha subito un maggior decremento a causa della crisi epidemiologica da Coronavirus.
L’emergenza infatti ha messo in ginocchio il turismo e la Regione Lombardia ha deciso di chiedere aiuto. La prima a lanciare l’allarme è stata Lara Magoni, assessora regionale al turismo, marketing territoriale, moda e design, che in una nota ha chiesto l’intervento immediato del governo in merito alla preoccupante situazione del turismo, sia lombardo che italiano.
I dati infatti sono molto duri: secondo un report di Isnart-Unioncamere, il 2020 si è chiuso con 78 milioni di arrivi e 240 milioni di presenza turistiche in meno in Italia a causa della pandemia; un bilancio che riporta il turismo indietro di quasi 30 anni.
L’assessora si chiede se il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini si sia accordo che il turismo, settore nevralgico dell’economia nazionale, si sta lentamente distruggendo.
La Magoni afferma: “al ministro, ribadisco per l’ennesima volta, nel giro di pochi mesi, la necessità di dichiarare lo stato di crisi del turismo. Sperando che questa volta il mio appello venga accolto”.
Il tutto avviene mentre a Roma sono alle prese con la ricerca dei “responsabili”, i cosiddetti costruttori; il turismo invece, viene demolito.
“Si sta perdendo tempo a rilanciare un governo ormai sfiduciato, quando ci sono migliaia di famiglie e professionisti in tutta Italia che stanno attraversando un periodo particolarmente difficile, con evidente preoccupazione per le loro attività a rischio fallimento”- prosegue l’assessora.
Secondo i dati infatti, il 2020 si è chiuso con 53 miliardi di euro in meno rispetto al 2019 ed il 2021 appena cominciato, non dà certo segnali di ripresa. Per i primi tre mesi si stima una perdita di ricavi di circa 8 milioni di euro.
Risulta necessario per questo motivo approntare un piano di rilancio del comparto risoluto ed efficiente, coinvolgendo tutte le istituzioni e gli stakeholder competenti in materia.
“Ma ancora una volta il Governo, sostiene l’assessora Magoni, dopo essersi dimenticato della montagna, dimostra di non avere le idee chiare e di essere in totale stato confusionario, come si è visto ad esempio nell’ultimo Dpcm che consentirebbe di raggiungere le seconde case anche fuori regione, indipendentemente dalla fascia di colore della zona. Se questo fosse confermato, si tratterebbe di un’ulteriore penalizzazione per alberghi e strutture ricettive. Non è più tollerabile agire con mezze misure”.
La riapertura degli impianti sciistici, nuovamente rimandata, correlata alle innumerevoli chiusure di alberghi nel territorio montanaro non fanno ben sperare: se durante l’estate albergatori e turisti hanno, se pur in forma più lieve, potuto respirare e fatto girare l’economia, oggi è tutto fermo di nuovo.
La situazione sta diventando insostenibile e i piccoli e medi imprenditori in particolare modo risentono di un intero anno perduto e di previsioni per il futuro ancora troppo incerte.
L’assessora conclude poi affermando che nella regione si sta lavorando duramente per trovare soluzioni e misure condivise affinché il turismo possa superare questa crisi e ripartire al meglio. L’obiettivo è non lasciare nessuno solo, perché solo insieme ce la si potrà fare.
E’ evidente quindi come da più parti si sta iniziando a chiedere al ministro del turismo un atto di coraggio, perché il settore sta morendo. La richiesta era già arrivata precedentemente dal presidente di Fiavet Lazio, Ernesto Mazzi.