L’imputato ricorreva in Cassazione argomentando che fosse stata ritenuta erroneamente la diffamazione, da entrambi i gradi di giudizio, in luogo dell’ingiuria, configurabile in ragione del rapporto diretto che si era instaurato tra i partecipanti del gruppo WhatsApp e che avrebbe consentito all’offeso di rispondere immediatamente all’offensore a scopo difensivo. Secondo la tesi difensiva, dunque, non vi sarebbe stata offesa diffamatoria nell’invio di messaggi contenenti frasi offensive nel gruppo condiviso da imputato e persona offesa, in quanto la presenza di entrambi i soggetti fra coloro che potevano leggere la chat di gruppo avrebbe configurato l’illecito in ingiuria.
La Cassazione ha posto l’attenzione sul requisito determinante della differenziazione tra le due fattispecie che, tenendo conto delle caratteristiche dello strumento di comunicazione adoperato, deve individuarsi nella contestualità tra comunicazione dell’offesa e recepimento della stessa da parte dell’offeso: configurandosi in tal caso l’ingiuria e, in difetto, la diffamazione.
Come noto, nella comunicazione a mezzo WhatsApp può accadere che il destinatario non riceva immediatamente il messaggio per svariati motivi: perché il telefono è spento, perché non connesso a internet, perché si sceglie di non visualizzare, ecc. Se questa situazione si verifica, l’offeso resta estraneo alla comunicazione intercorsa con più persone e non è posto in condizione di interloquire con l’offensore, sicché non si configura il reato di ingiuria ma quello di diffamazione.
Inoltre, nel caso in questione non si trattava di comunicazione per mezzo di chat vocale – comunicazione che per le sue caratteristiche è necessariamente immediata – bensì di comunicazione attraverso messaggi rivolti a un gruppo WhatsApp nel quale mancava proprio il requisito dell’immediatezza. Pertanto, «a dispetto della definizione di tale forma di comunicazione come “messaggistica istantanea”» – avendo i diversi componenti del gruppo fatto accesso alla lettura della chat in modo asincrono – «la trasmissione immediata del messaggio non implica affatto la contestuale ricezione, che dipende da numerosi e variabili fattori».
F. S.