La donna, per sottrarsi a una situazione spiacevole, si è vista costretta a rassegnare le dimissioni. Infatti, dopo aver subito molestie in silenzio per conservare un posto di lavoro di cui aveva bisogno, la ragazza ha deciso di dire basta. Ha presentato una lettera di dimissioni, all’interno della quale riportava anche i motivi di quella decisione.
Nel documento, l’ex segretaria ha messo nero su bianco la sua vicenda, descrivendo anche i vari episodi di molestie sessuali subiti; aveva deciso di non denunciare l’uomo, per paura di non essere creduta o di veder interpretate quelle molestie come atti di goliardia. È stato però l’uomo ad agire per vie legali.
Infastidito dal contenuto della lettera, infatti, il proprietario dell’autosalone ha deciso di denunciare l’ex dipendente per diffamazione.
Il Giudice di Pace ha però archiviato l’accusa di diffamazione, inviando gli atti in procura e dando quindi ragione alla ragazza. Infatti, non c’era diffamazione dal momento che la comunicazione non era avvenuta con più persone e offendendo la reputazione altrui.
Il Tribunale di Roma ha quindi condannato il titolare della concessionaria a due anni di reclusione, ritenendolo colpevole dei reati di violenza sessuale aggravata e calunnia. Infatti, l’uomo ha incolpato ingiustamente l’ex dipendente del reato di diffamazione pur sapendola innocente.
M.M.